Politica
Pd-M5S, tutti gli insulti di Beppe Grillo: da 'salma' a 'buson'
Tirando in ballo il padre di Matteo Renzi, il non più comico dimostra di non fermarsi davanti a nulla
Nella sua offensiva perpetua contro l’acerrimo nemico Matteo Renzi, Beppe Grillo spinge lo scontro in una nuova dimensione, quella personale e famigliare. Prendendo spunto dalla dichiarazione iperbolica del già Presidente del Consiglio a Otto e mezzo, “Se mio padre fosse colpevole, condanna doppia”, il capo politico del Movimento scrive sul suo blog che Matteo Renzi è pronto a “rottamare anche il padre”, lasciando intendere che voglia liberarsi di una zavorra scomoda in tempi d’inchiesta Consip che potrebbe complicargli la corsa nelle Primarie e addirittura pregiudicargli Palazzo Chigi.
E tuttavia, questa volta Renzi non ha glissato come sempre ha fatto bensì ha risposto a tono. “Da blog a blog”, senza scadere al livello dell’avversario ma volando alto, “da padre, da figlio, da uomo”, ha raccontato accoratamente il padre Tiziano, “mi ha tolto le rotelline dalla bicicletta, mi ha iscritto agli scout, mi ha accompagnato trepidante a fare l'arbitro di calcio, mi ha educato alla passione per la politica nel nome di Zaccagnini” descrivendolo come uomo per bene e delineandone il rapporto idilliaco con la nuora (Agnese) e i nove nipoti. Ha inoltre chiamato in causa Virginia Raggi e i suoi avvisi di garanzia, sottolineando di averla difesa anziché chiederne a gran voce le dimissioni (a differenza dei grillini che pretendono da giorni quelle del ministro Lotti), mentre “tu, caro Grillo hai fatto una cosa squallida: hai detto che io rottamo mio padre. Sei entrato nella dinamica più profonda e più intima – la dimensione umana tra padre e figlio – senza alcun rispetto. In modo violento.” Ha poi chiuso con parole dure: “E spero che un giorno ti possa vergognare – anche solo un po' – per aver toccato un livello così basso. Ti auguro una buona serata. E ti auguro di tornare umano, almeno quando parli dei valori fondamentali della vita, che vengono prima della politica”.
Non bisogna certo essere simpatizzanti di Renzi o del Pd, per capire quanto ormai Beppe Grillo sia nel sistema politico italiano una variabile incontrollabile e incontrollata, che non si ferma di fronte a nulla pur di denigrare il nemico, chiunque esso sia. In tutti questi anni, il non più comico ha subissato di epiteti offensivi avversari, ex compagni di strada e perfino suoi ex miracolati, fuoriusciti o espulsi dal m5s. “Gente sporca dentro” nei confronti dei ricorsisti romani; “vecchia puttana” a Rita Levi Montalcini; “zombie” a Pierluigi Bersani; “psiconano” a Silvio Berlusconi; “salma” a Piero Fassino; “container di m…a liquida” a Giuliano Ferrara; “travestito” a Vladimir Luxuria; “larve ben pagate” ai parlamentari (anche ai suoi, evidentemente); “buson” a Nichi Vendola; “assassino” e “cancronesi” a Umberto Veronesi; “alzheimer” a Romano Prodi; “serial killer” al fronte del Sì. Ma è contro Matteo Renzi che, negli anni, Grillo si è maggiormente sbizzarrito nel coniare nuovi insulti. “Ebolino”, “ebetino”, “scrofa ferita”, sono solo alcuni degli appellativi cui il genovese ha apostrofato verbalmente o sul blog l’ex segretario del Partito Democratico. Ora, addirittura ne ha tirato in ballo il rapporto con il padre.
Ma se prima, ai tempi delle boutade sullo “scongelato ottuagenario” Rodotà o delle offese gravissime alla Montalcini, si poteva trincerare dietro la foglia di fico del fatto di essere un “semplice comico”, ora che si autoproclama ufficialmente capo politico di una forza che governa la Capitale d’Italia e che aspira ad arrivare a Palazzo Chigi, non ha più alcuna scusante. E mentre, nel caso specifico del rapporto fra Renzi e suo padre qualunque sia l’esito dell’inchiesta Consip, invitiamo il genovese a leggersi la Bibbia, e precisamente Ezechiele, secondo cui “ognuno di noi è responsabile per il proprio peccato e ognuno deve portare la propria punizione”; esortiamo altrettanto l’opinione pubblica – a qualsiasi partito politico essa faccia riferimento – a fare una seria e ponderata riflessione su Beppe Grillo e sul suo linguaggio. Questo prima che – per citare ancora una volta le sue parole – egli possa spingersi davvero “oltre Hitler”.