Politica

Pd primo partito in Calabria ed Emilia. Zinga: "Immenso grazie alle Sardine"

"Pd straordinario malgrado le scissioni"

Risultati elezioni regionali, il Pd bastona la Lega. Anche dove perde (in Calabria)

Il Partito Democratico vince la partita diretta con la Lega, anche laddove perde la guida della Regione come in Calabria. Mettendo a confronto i dati delle liste, in Emilia Romagna il partito di Nicola Zingaretti e del candidato presidente uscente Bonaccini vince con il 34,68% e batte la Lega di Matteo Salvini (31,97%). In Calabria, nonostante la sconfitta, la partita fra dem e leghisti la vincono nettamente i primi con il 30,19% dei consensi, mentre il Carroccio prende solo il 12.9%.

Matteo Salvini ha perso, Luigi Di Maio si e' dimesso, il Pd e' tornato: questa, in estrema sintesi, la lettura delle elezioni in Emilia Romagna e Calabria da parte del Partito Democratico. Nicola Zingaretti sente di potere archiviare definitivamente le elezioni del 4 marzo 2018 e puo' godersi i dati relativi ai consensi del Pd: oltre il 30 per cento sia in Emilia Romagna che in Calabria, dove i dem sono primo partito nonostante la sconfitta del candidato Pippo Callipo. Il leader dem ringrazia lui, per essersi gettato nella mischia all'ultimo momento, e ringrazia Stefano Bonaccini per "essersi battuto strenuamente". Ma soprattutto ringrazia quei cinque ragazzi e le migliaia di persone che hanno portato in piazza: "Un immenso grazie al Movimento delle Sardine", sono le prime parole che pronuncia a favore di telecamere nella notte elettorale. Al Nazareno i fari erano tutti puntati sull'affluenza: una buona affluenza a Modena, Bologna e Reggio Emilia sarebbe stato il segno di una prossima vittoria. E cosi' e' stato. Ma a portare tanta gente a votare, dice Zingaretti, e' stata proprio "la scossa arrivata da questo movimento".

Incassata la vittoria, c'e' da pianificare il futuro del partito e del governo. Zingaretti e' consapevole del fatto che le difficolta' non sono definitivamente superate. Le dimissioni di Luigi Di Maio non preoccupano e, anzi, nel Pd si colgono i segnali di una nuova disponibilita' al dialogo per arrivare a quel campo largo del centrosinistra che e' la bussola di Zingaretti. "Io non mi permetto di dire nulla al M5s, c'e' un travaglio sotto gli occhi di tutti, si sta tornando a un sistema bipolare su due grandi campi che si contendono la leadership. Il M5s sta avendo una discussione e io mi auguro che prenda atto di questo cambio di schema. Lo dico da alleato". Piu' complesso da gestire e' il rapporto con Italia Viva: da Matteo Renzi continuano ad arrivare prese di posizione e distinguo rispetto all'azione di governo e la partita della giustizia e' il fronte che crea piu' tensioni. Forte del risultato incassato, ora Zingaretti chiede "rigore nelle scelte" e il messaggio sembra indirizzato proprio all'ex segretario dem.

La verfica - o tagliando o agenda che dir si voglia - di governo e' ormai alle porte. "Per due giorni ci siamo riuniti con i gruppi parlamentari per definire una agenda da offrire al presidente Conte", ricorda Zingaretti riferendosi al conclave nell'abbazia di San Pastore: "Non dobbiamo essere pigri e il governo deve rilanciare la sua azione su tasse, lavoro e su alcuni temi come la scuola, l'universita' e puntare alla ripresa economica. Oggi c'e' una maggioranza rincuorata da questa avventura. Ora vanno messe in campo tutte quelle azioni per riaccendere la crescita economica. Ci sara' materia da discutere, ma la concretezza ora e' una cosa molto importante. Chiediamo pero' rigore sulle scelte da fare". Parole nette, proprie di chi sa di rappresentare ormai il partito piu' forte nell'alleanza di governo. I numeri stanno li' a dimostrarlo: "Siamo contenti del risultato del Pd, penso che il risultato del 2018 sia alle nostre spalle. Il Pd e' il pilastro fondamentale, e non vogliamo essere da soli, di un campo di forze che vede nella lega una forza estremista".