Politica
Pd, Zingaretti dimissionario? Il flop sui sottosegretari alimenta i rumors
Sottosegretari, i Dem lasciano Interno e Giustizia al Cdx. Cresce il malumore
Il "magro" risultato ottenuto dal Partito Democratico nella partita dei sottosegretari alimenta ulteriormente la tensione nella principale forze del Centrosinistra. Fonti Dem raccontano di una situazione "a dir poco esplosiva" con il segretario e i suoi fedelissimi asseragliati nel fortino del Nazareno mentre i territori sono in fermento, o forse in rivolta. La cartina di tornasole sono le parole di oggi del vice di Nicola Zingaretti e ministro del Lavoro Andrea Orlando, secondo il quale "chi critica punta al logoramento del gruppo dirigente" con tanto di difesa a spada tratta del Governatore del Lazio che "sta lavorando in nome dell'unità".
Il fronte che si contrappone a quello di Zingaretti & Co. è formato dagli amministratori locali, Stefano Bonaccini e Antonio Decaro in testa. Ma anche tra gli ex renziani di Base Riformista cresce il malcontento. Sei posti per il Pd è un bottino scarso, soprattutto considerando le nove poltrone portate a casa da Matteo Salvini. Tutti sapevano alla vigilia che su scelta di Mario Draghi e del Presidente Sergio Mattarella Enzo Amendola, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, avrebbe mantenuto la delega agli Affari europei. E quindi i posti in realtà erano solo cinque.
I dubbi tra molti parlamentari del Pd non sono tanto legati alle esclusioni eccellenti, da Sandra Zampa ad Antonio Misiani, quanto alla scelta del segretario di concentrarsi sull'economia con Alessandra Sartore (assessore alla Programmazione Economica, Bilancio, Demanio e Patrimonio della Regione Lazio) al Mef e Anna Ascani allo Sviluppo economico. Con questa scelta però, ragionano fonti Dem, si è lasciato campo libero a Lega e Forza Italia sui temi storici della destra, vedi Nicola Molteni all'Interno (estensore dei Decreti Sicurezza di Salvini) e Francesco Paolo Sisto alla Giustizia.
Non solo, Viminale e Via Arenula lasciati sguarniti in campo di una poltrona in Via XX Settembre dove, come si sa fin dall'inizio, le decisioni importanti vegono prese dal premier e dal tecnico Daniele Franco e dove i politici sono poco più che figurine. La Ascani è stata invece spostata dall'Istruzione, dove era viceministra, al Mise. E, sottolineano sempre fonti del Pd, "prima che si orienti, come è giusto che sia visto il cambiamento di dicastero, il leghista Giorgetti ha già salvato l'ex Ilva, Alitalia e ha prodotto i vaccini in Italia nelle fabbriche. Così noi non prendiamo palla".
Malumori che crescono di giorno in giorno e che la squadra dei sottosegretari non fa altro che accrescere. E infatti torna forte il rumor, lanciato per primo da Affaritaliani.it, che il segretario Zingaretti si presenti dimissionario all'assemblea nazionale del 13-14 marzo per arrivare alle primarie e al congresso a giugno. Ma, anche se così non fosse, l'assise ormai certa, prima o dopo l'estate si vedrà, potrebbe trasformarsi in una vera e propria battaglia tra correnti. Il fortino del segretario e di Goffredo Bettini contro gli amministratori sostenuti dagli ex renziani. Con chi si schiererà il ministro della Cultura Dario Franceschini? In molti se lo chiedono...