Politica
Pensioni, con la nuova Manovra incentivi da non sottovalutare per chi resta al lavoro
Buone notizie anche per quel che riguarda le pensioni minime... Ecco che cosa cambia nel 2025
Manovra, nessun intervento sulle pensioni
Nessun cambiamento sostanziale sarà apportato al sistema pensionistico con la prossima Manovra 2025, se non alcuni aggiustamenti minori. Nonostante le promesse elettorali della coalizione governativa, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha confermato che non ci sarà l'abolizione della Legge Fornero, né sarà introdotta la Quota 41, molto discussa da Salvini e dalla Lega. In un periodo economicamente difficile, il governo si limiterà a mantenere l'attuale sistema.
Per il 2025, saranno prorogate alcune misure di flessibilità già esistenti, come l'Ape sociale, l'Opzione donna e la Quota 103, oltre agli interventi sulle pensioni minime, come si evince dal Documento Programmatico di Bilancio che è stato inviato a Bruxelles. Le pensioni minime vedranno un lieve aumento di poco più di 6 euro, a seguito della rivalutazione per inflazione.
Incentivi per restare al lavoro
Tuttavia, una novità significativa è stata introdotta per incentivare i lavoratori a rimanere in attività anche oltre l'età pensionabile. Il ministro dell'Economia ha annunciato l'introduzione di un meccanismo innovativo per incoraggiare la permanenza volontaria in servizio, offrendo un sostanzioso incentivo fiscale.
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Inoltre, è stata reintrodotta l'opzione del "bonus Maroni", che non ha riscosso molto successo in passato e pertanto ha un impatto economico limitato sulle finanze statali.
Per i dipendenti pubblici, viene eliminato l'obbligo di pensionamento automatico al raggiungimento dell'età massima prevista per ciascuna categoria, consentendo di lavorare fino a 70 anni. Queste misure hanno un costo quasi nullo per lo Stato, con un impatto finanziario sul PIL di soli lo 0,022 percento.
Pensione anticipata: proroga per Ape sociale, Opzione Donna e Quota 103
Come già anticipato, per l'anno 2025 saranno prorogate le misure di Ape sociale, Opzione Donna e Quota 103, mantenendo le stesse restrizioni introdotte quest'anno. Focalizzandoci su Quota 103, è possibile accedervi con 62 anni di età e 41 anni di contributi (62+41=103)
Per l'Opzione Donna, invece, le lavoratrici possono optare per un pensionamento anticipato a 61 anni di età (60 anni se hanno un figlio, 59 anni se ne hanno due o più o in caso di licenziamento da un'azienda in crisi), a condizione di avere accumulato almeno 35 anni di contributi.
L'Ape sociale richiede 63 anni e mezzo di età e almeno 30 anni di contributi per i disoccupati, i lavoratori con una invalidità civile del 74% o superiore e i caregiver di coniugi o parenti con handicap, impegnati in tale ruolo per almeno 6 mesi. I dipendenti che svolgono lavori gravosi devono avere versato almeno 36 anni di contributi.
Pensioni minime, sì alla rivalutazione
Il ministro Giorgetti ha assicurato che per quanto riguarda le pensioni minime, anche nel 2025 si manterrà una maggiorazione del 2,5% sulla rivalutazione all’inflazione. Dunque, l’assegno dovrebbe passare dall’attuale 614,77 euro ai 621 euro.