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Pensioni dopo Quota 100: si può ancora usarla. Ecco come fare. Il segreto

Pensioni dopo Quota 100: che cosa cambia dal primo gennaio del prossimo anno

Ma tra quota 100 e 102 chi consente di avere una pensione migliore? A parità di anni di contributi versati, stessa carriera – stesso stipendio e stessa crescita nel tempo – e quindi di uno stesso montante contributivo finale, quota 102 paga delle pensioni un po’ più alte. Attenzione: si tratta di un 3% circa in più, quindi di certo non possiamo definirle pensioni più “ricche”. Perché? Il motivo risiede nella spiegazione precedente. A parità di montante contributivo finale, chi ha raggiunto 38 anni di contributi va in pensione a 64 anni, due anni dopo dei 62 di quota 100. Significa che la pensione dovrà essere pagata per due anni in meno. Dunque, quel montante pensionistico viene diviso per un numero più piccolo e questo consente di avere un assegno pensionistico un po’ più alto. Un esempio? Una persona che nel 2022 avrà 64 anni, 38 di contributi e 40.000 euro lordi di stipendio, con quota 102 potrà avere una pensione di 1.590 euro (è un dato puramente indicativo), mentre quota 100 ne avrebbe dati 1.550 circa. Si tratta di 40 euro in più al mese.

Ape Sociale

L’Ape Sociale non solo è stata prorogato ma, per i disoccupati, viene eliminato il periodo di 3 mesi che intercorre dalla fine degli ammortizzatori sociale e vengono inseriti nuovi lavori ritenuti usuranti, ecco l'elenco completo:

Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilateTecnici della saluteAddetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilateProfessioni qualificate nei servizi sanitari e socialiOperatori della cura esteticaProfessioni qualificate nei servizi personali ed assimilatiArtigiani, operai specializzati, agricoltoriConduttori di impianti e macchinari per l'estrazione e il primo trattamento dei mineraliOperatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalliConduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilatiConduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della cartaOperatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimicaConduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acqueConduttori di mulini e impastatriciConduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei mineraliOperai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggioOperatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentareConduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamentoPersonale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merciPersonale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoliPortantini e professioni assimilateProfessioni non qualificate nell'agricoltura, nella manutenzione del verde, nell'allevamento, nella silvicoltura e nella pescaProfessioni non qualificate nella manifattura, nell'estrazione di minerali e nelle costruzioni

Opzione donna

Dopo una prima versione della Legge di Bilancio che prevedeva l’aumento dell’età il Governo è tornato sui propri passi, lasciando invariata l’età di accesso e limitandosi a prorogare di un anno la misura. Quindi Opzione donna è riconosciuta alle lavoratrici che entro il 31 dicembre 2021 hanno maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e un'età pari o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome. Ricordiamo che bisogna avere 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti e che la pensione sarà liquidata esclusivamente con le regole di calcolo del sistema contributivo. Infine le lavoratrici che ne hanno diritto riceveranno la pensione dopo una “finestra” di 12 (lavoratrici dipendenti) ovvero 18 mesi (lavoratrici autonome). Il personale delle scuole potrà fare domanda entro il 28 febbraio 2022.

Fondo per l'uscita anticipata

Altra misura è l’istituzione di un Fondo per l’uscita anticipata dei lavoratori delle imprese in crisi di 200 milioni di euro per l’anno 2022, 200 milioni di euro per l’anno 2023 e 200 milioni di euro per l’anno 2024 nelle previsioni del Ministero dello sviluppo economico destinato a favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni. Le modalità e le procedure di erogazione delle risorse saranno definiti con decreto del Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio.