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Piantedosi risponde all'Ecri: "Non cambieremo le regole di identificazione per rom e cittadini africani"

di redazione politica

Il ministro dell'Interno risponde agli attacchi: "Affermazioni incredibili. Le nostre forze di polizia sono apprezzate in Italia e nel mondo"

Governo, Piantedosi respinge le accuse dell'Ecri: "La nostra linea non cambia"

L'Italia è finita nel mirino dell'Ecri, la commissione del Consiglio d'Europa punta il dito contro la Polizia, in particolare chiede di cambiare le regole di identificazione dei rom e dei cittadini africani, ma il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi annuncia che il governo non è intenzionato a seguire queste indicazioni. "È incredibile - dice Piantedosi a Il Corriere della Sera - che una organizzazione internazionale che dovrebbe tutelare i diritti umani, promuovere l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa possa fare simili affermazioni, del tutto destituite di fondamento. Le nostre forze di polizia sono apprezzate in Italia e nel mondo quali baluardi della democrazia, della difesa dei più deboli e della vicinanza ai problemi quotidiani dei cittadini. Questa è la linea".

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Piantedosi torna anche sul tema dei migranti in Albania e sull'altro scontro aperto con i magistrati: "Noi riteniamo - prosegue Piantedosi a il Corriere - che aver fissato con norma primaria l’elenco dei "Paesi sicuri" possa contribuire a una maggiore certezza applicativa di procedure importanti". Il ministro manda un messaggio chiaro ai giudici. "Ogni magistrato ha autonomia e indipendenza nelle decisioni che assume, ma ogni pronuncia può essere impugnata innanzi alle magistrature superiori. La nuova regolamentazione, che potrebbe entrare in vigore prima del giugno 2026, renderà obbligatorie le procedure accelerate alla frontiera e prevederà criteri molto più diretti di qualificazione dei “Paesi sicuri” legandoli al numero di domande di asilo accolte in tutta l’Unione europea".

"L’entrata in vigore di queste regole - conclude Piantedosi - rafforzerà sicuramente la nostra capacità di contrastare il traffico di esseri umani senza limitare in alcun modo il diritto d’asilo. E sarà il completamento delle politiche finora adottate dal Governo che ad oggi hanno permesso di ridurre del 61% gli sbarchi rispetto al 2023 e del 29% rispetto al 2022".