Politica

Piove, governo ladro! Questa volta si può esclamare stando nel vero

Di Paolo Diodati

Intendendo per "governo", sia quello centrale, che quello regionale di Bonaccini e Schlein

Per l'accoppiata Bonaccini Schlein, piove sul bagnato

Piove governo ladro? Certo! Questa frase storica, simpaticamente ironica verso i lamentoni che tendono a scaricare ogni colpa sul governo, questa volta si può esclamare stando nel vero. Intendendo per "governo", sia quello centrale, che quello regionale di Bonaccini e Schlein.

Addirittura fino al dopoguerra, anni '50, i comuni vicini o attraversati da fiumi, mandavano operai a ripulire il greto di fiumi e torrenti e a curare i loro argini, appunto per arginarli in caso di piena.

Per l'accoppiata Bonaccini Schlein, piove sul bagnato: considerate anche le analogie fisiche, siamo alla coppia Stanlio e Ollio. Ollio Presidente della regione, Stanlio Vicepresidente fino al 24 ottobre 2022, addirittura con la delega al Patto per il clima, non hanno tenuto conto del salto tecnologico da allora a oggi. Quindi, eliminata quella fatica, per mancanza d'iniziativa e di fantasia, la surreale accoppiata PD, non ha trovato nulla di meglio che restituire, alla fine del 2022, 55 mln dei 72 avuti per la manutenzione dei corsi d'acqua. Roba da veri matti!

Mentre... altrove, i cinesi a Wuhan stanno realizzando una città spugna, ovvero una città con aree permeabili per lo stoccaggio di acqua piovana, prevenendo così le inondazioni.  

Ma torniamo al "Piove, anzi, diluvia... governo ladro. Il nostro bellicoso governo, al comando di una sempre più strabordante Ducessa, quanto ha intenzione di stanziare, quanto prima per gli alluvionati? Ho controllato varie voci, perché incredulo sull'esiguità della cifra: 30 mln, se non si tratta di un errore iniziale, ripreso da vari siti. E quanto ha regalato a Zelensky, solo in un anno, col governo mugugnante e zitto? Esattamente dieci volte tanto: 300 milioni. 

Allora è giusto, che gli emiliani, ma anche i romagnoli, fino agli abitanti vicini al fiume Foglia che bagna Pesaro, dicano "Piove! Anzi, diluvia sulla terra della scoppianda accoppiata di becchini del PD.  E tu, Governo, potevi darci 330 mln e non sarebbero bastati! Governo ladro e più somaro dei somari!" 

Vediamo perché.

Historia Magistra vitae

Maestra di vita? E l'alluvione del Polesine del 1951? Più di 100 morti e 180.000 senza tetto. E quelle del '57, '60, '66? Allora, siamo realisti: nessuno poteva pretendere dalle nostre regioni e città più a rischio di realizzare progetti tipo "città spugna", come Wuhan, ma almeno il contenimento dei fenomeni di straripamento, per evitare tragedie, mediante bacini di raccolta acque e invasi, quello si poteva e doveva realizzare.

Certamente il governo attuale non può essere accusato di nulla, se non d'avere sperperato soldi per una guerra che non ci riguarda minimamente. E la Piaciona, non racconti balle grossolane, la più ridicola delle quali è che, aiutando Zelensky a 360 gradi, difendiamo la nostra democrazia: BUM!

Ho scritto parecchie volte che non ha studiato la storia dell'Ucraina. Avendo come titolo di studio un diploma linguistico, ottenuto quando "la scuola non era più quella di una volta", probabilmente, non avrà studiato nemmeno la Storia, come andrebbe studiata. Figuriamoci poi quella contemporanea! Quindi, non ha avuto modo di meditare sulla veridicità dell'affermazione che la Storia sia maestra di vita.

Chissà chi fu il primo a lasciar scritto quest'affermazione.

Per noi latini fu Cicerone. Secondo Machiavelli il perché è dovuto al ripresentarsi di situazioni simili. Gramsci, constatando però che gli uomini ripetono gli stessi errori, aggiunse al detto che cotanta Maestra, non abbia discepoli.

Alla scuola elementare di una volta, per invogliarci a studiare di più e meglio la storia ci ripetevano in continuazione la splendida e tranquillizzante affermazione.

Ma già all'esame di terza media, quello di una volta che se non lo superavi, non potevi accedere al liceo, si poteva constatare che i Bignami (libricini riassuntivi che tagliavano tutte le chiacchiere esplicative tra una guerra e l'altra) riportavano un elenco di date con l'inizio e la fine delle guerre e quattro o cinque righe per sintetizzare i motivi dello scoppio delle guerre, per non parlare poi dell'indice degli argomenti che, riga dopo riga, elencava solo i nomi di battaglie e guerre). Si poteva trarre questa ovvia conclusione che, ci accorgemmo successivamente, non concordava con la spiegazione gramsciana, in quanto i discepoli sono tutti quelli che continuano a dire "La storia è maestra di vita", ma gli scolari sono tutti gli uomini. 

Ricordando poi l'amara constatazione, per cui "Governare gli italiani, non è difficile. È inutile.", saremmo tentati ad attribuirla a disfattisti frustrati per i loro insuccessi. In effetti, si espresse in tal modo, Benito Mussolini, che ebbe il famoso ventennio per dimostrare, lui maestro, quanto avesse appreso dalla maestra di vita. Uno dice "ci credo che disse quella frase, con la fine che fece..." No! La pronunciò quando ovviamente, non poteva immaginare quale trattamento avrebbe avuto dagli scolari italiani. E possiamo immaginare cosa pensò e disse sua moglie Rachele, vedendolo appeso come un maiale a testa in giù, col corpo crivellato di colpi inutili, tranne i primi (quando era in piedi, spalle al muro) e il volto irriconoscibilmente maciullato.

Sicuramente l'avrà pensata in continuazione e chissà quante volte esclamata Bettino Craxi, dall'altra sponda del Mediterraneo. E, anche in questo caso, immaginiamo sua figlia Stefania.

Uno obietta "vedi che questi erano frustrati che quindi non possono far testo?"

Già... ma il fatto è che Il primo a coniare l'aforisma, generalmente è considerato... il grande Giovanni Giolitti. Dopo 5 governi succedutisi dal 1892 al 1921, considerato un trasformista dittatore parlamentare, accusato da destra d'essere un bolscevico e da sinistra d'essere un corrotto, "ministro della malavita", dopo una vita dedicata a governare gli italiani, avrebbe avuto ben donde a trarre quel bilancio finale.

Ma chissà quanti altri coraggiosi sperimentatori, partiti animati dai più nobili propositi, avranno ripetuto, sconsolati il bel aforisma, facendolo diventare un autentico luogo comune. Tanto comune che bisognerebbe scriverlo, non so se come premessa o conclusione della Costituzione più bella del mondo. 

Perché è ovvio che gli eventi non si ripetano identicamente, nei particolari delle nuove situazioni, ma gli Statisti degni di questo nome e gli uomini che conoscono la Storia, sanno vedere le linee generali delle conclusioni da trarre nelle situazioni "simili".

Alla luce di ciò, noi italiani siamo pessimi scolari e non capiamo le lezioni da trarre dalla Storia, in situazioni simili. 

Addirittura, noi italiani, modestamente, siamo peggiori degli asini.