Politica

Ponte sullo Stretto: la sinistra blatera, ma al governo Prodi piaceva

Di Giuseppe Vatinno

Il progetto ha sempre diviso l'opinione pubblica e la politica, soprattutto a sinistra. Eppure, anche i dem in passato c'hanno pensato...

Il progetto prevede, oltre che la ferrovia, anche un tunnel per auto sommerso per il traffico auto, con la tecnica del cosiddetto “tunnel Archimede” che utilizza lo sfruttamento della spinta idrostatica. Il progetto esecutivo è previsto entro il 31 luglio del 2024 e si basa su un progetto definitivo già approvato nel 2011. La struttura è progettata per resistere ad un terremoto di magnitudo 7,1 scala Richter e a venti fino a 270 km/h.

Ma naturalmente c’è stata sempre una opposizione strutturale ed ideologica a questo progetto che permetterebbe di risolvere molti dei problemi di comunicazione tra la Sicilia e il cosiddetto “continente”, facendo risparmiare molto tempo a passeggeri e merci. Gli ambientalisti estremisti se ne sono inventate di tutti i colori pur di bloccare il progetto.

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A parte le considerazioni sui terremoti e il vento, superate dalla moderna tecnologia, si è tirato fuori di tutto. Ad esempio che gli uccelli migratori sarebbero stati infastiditi da alcuni riflessi metallici del ponte ed altre amenità del genere. Chi scrive ha avuto possibilità di occuparsi molto da vicino della vicenda. Infatti nel 2007 avevo l’incarico di Consigliere del Ministro delle Infrastrutture che allora era Antonio Di Pietro.

Nel partito (Italia dei Valori) e nel governo Prodi si discuteva animatamente sulla vicenda soprattutto in Consiglio dei Ministri con il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio molto contrario. A tal proposito ricordo che una volta il ministro mi disse che era bene non chiudere la Società Ponte sullo Stretto, pur riducendone drasticamente il numero dei collaboratori, perché poi magari in seguito, “chi verrà dopo”, sarebbe potuto essere interessato a riprendere il progetto che in quel governo era impossibile fare. E così è stato.