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"Portai Decaro dal boss...": ecco l'intervento controverso di Emiliano- VIDEO

di Redazione

Non s'arresta la polemica sulle parole pronunciate sabato dal governatore della Puglia sul sindaco di Bari Decaro e i presunti contatti con il boss Capriati

"Portai Decaro dal boss...": ecco che cosa ha detto veramente il governatore della Puglia Emiliano sul sindaco di Bari- VIDEO 

Continua la polemica sulle parole pronunciate sabato dal governatore della Puglia sul sindaco di Bari e i presunti contatti con il boss Capriati. "Quando Decaro fu assessore al traffico Bari era una città impazzita. Decidemmo di chiudere al traffico Bari Vecchia. Decaro venne da me spaventato e mi disse che era stato minacciato con una pistola alla schiena mentre faceva dei sopralluoghi per la Ztl. Allora insieme andammo dalla sorella di Capriati, il boss di quel quartiere, e le dicemmo come stavano le cose", ha detto il governatore della Puglia Emiliano.  "Cioè che andava chiusa al traffico per salvare ad esempio i bambini dal pericolo delle macchine. Le dissi che questo era il mio assessore e che glielo affidavo. Poi alcuni mesi dopo tornammo io e Decaro a sgomberare le case dei Capriati sequestrate in quella zona", ha sottolineato Emiliano. 

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La replica di Emiliano e la frase fraintesa 

Il Governatore ha poi spiegato che intendeva dire che era andato con l'assessore che era stato minacciato dalla sorella del boss, incensurata, per far capire tramite lei alla cosca che le cose erano cambiate. "Leggo agenzie nelle quali si fraintende una frase che ventimila persone presenti oggi in piazza hanno perfettamente compreso. Ho raccontato un fatto realmente avvenuto quando chiudemmo al traffico Bari Vecchia. E di fronte ad un episodio nel quale avevano invitato il mio assessore ad andarsene dai luoghi dove stava lavorando, andai di persona dalla sorella incensurata del boss Antonio Capriati, che avevo arrestato e fatto rinviare a giudizio e poi condannare per omicidio, per farle capire che le cose erano cambiate, quegli atteggiamenti non erano più tollerati, che potevano rivolgersi all’assessore solo con modi civili ed educati (e qui l’iperbole “te lo affido se ha bisogno di bere, di assistenza“) visto che si trovava lì per svolgere il suo lavoro", ha detto Emiliano che ha poi aggiunto: "Quando dopo pochi mesi confiscammo come Comune di Bari le case della famiglia Capriati site lì vicino, nessuno si oppose e adesso quelle case sono centri sociali importanti e mai nessuno li ha più infastiditi. Questi i fatti. Questa la mia condotta, che ripeterei. Perché Decaro potè finire tranquillamente il suo lavoro di assessore al traffico creando la ZTL a Bari vecchia e perché abbiamo realizzato un enorme lavoro per liberare piazza San Pietro. Agii come avrebbe agito un carabiniere di fronte ad un fatto non perfettamente definito che andava stroncato con la autorevolezza della figura del sindaco che senza strepiti risolse ogni problema e mise tranquilli coloro che avevano creato problemi". 

La smentita di Decaro e della sorella del boss Capriati 

In secondo luogo, Decaro ha smentito Emiliano. Il sindaco di Bari ha cercato di smorzare la polemica smentendo quanto detto dal governatore pugliese, che durante la manifestazione di solidarietà nei suoi confronti nel capoluogo, aveva raccontato di averlo accompagnato a casa della sorella del boss Capriati venti anni fa. “È certamente vero che lui mi diede tutto il suo sostegno, davanti alle proteste di buona parte del quartiere, quando iniziammo a chiudere Bari Vecchia alle auto, ma Emiliano non ricorda bene. Non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella", ha dichiarato il primo cittadino di Bari. Parole che trovano conferma in quanto dichiarato da Lina Capriati, sorella del boss Antonio, in carcere da oltre 30 anni, che al Tg1 ha dichiarato: "Mai visto Decaro , non è mai venuto qui".

La Dx vuole portare il caso Bari in Antimafia. La replica di Boccia (Pd) 

La bufera che si è scagliata contro Emiliano-Decaro ha portato il vicepresidente della commissione Antimafia, Mauro D'Attis, a richiedere un "approfondimento della Commissione antimafia".  "Sul caso Bari oltre che acquisiti tutti gli atti, va programmata anche una serie di audizioni. Tra queste quella di Antonio Di Matteo, ex presidente dell'Amtab, la municipalizzata di Bari che oggi su un quotidiano locale parla di concorsi truccati, denunce e, soprattutto, omertà: parole che disegnano un quadro gravissimo, patologico, che merita un attento approfondimento in tutte le sedi".

A stretto giro Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, ha replicato: “La destra, i suoi esponenti, l’onorevole D’Attis che ha partecipato prima ad un vertice al ministero dell’Interno del tutto fuori luogo e ora pontifica da vice presidente dell’Antimafia, i capigruppo di maggioranza che ora alzano la voce dovrebbero vergognarsi e smettere di usare istituzioni e commissioni parlamentari come una clava politica. La commissione Antimafia è una cosa troppo seria per essere usata per fini elettoralistici. Ma ormai questa destra ci ha, purtroppo, abituato a tutto”.