Politica

Presidente Berlusconi, prometta di azzerare debiti Equitalia e tornerà premier

Biagio Maimone

La proposta di un lettore di Affaritaliani.it a Silvio Berlusconi

Gentilissimo Presidente Silvio Berlusconi, Le chiedo di volere annoverare, tra le Sue priorità politiche, quella di porgere una mano a coloro che non riescono a far fronte al pagamento dei debiti, della cui restituzione si occupa Equitalia, utilizzando modalità mortificanti, tali da poter indurre il debitore anche a gesti estremi.  Si tratta di persone a cui è doveroso offrire un aiuto affinché possano reintrodursi nel tessuto economico e portarvi il proprio indiscusso contributo di crescita e miglioramento , anziché rimanerne ai margini.  Essi rappresentano una larga parte della popolazione italiana e, pertanto, la vita economica risente l’influsso negativo della loro esclusione, in quanto, come si evince, non si crea l’interscambio produttivo tra cittadini e vita economica , giro del denaro e possibilità di acquistare i prodotti che il mercato offre. Si constata che, soprattutto a causa dell’allargarsi di tale fascia di cittadini, ossia degli indebitati, si acuisce la già grave crisi economica italiana,  come Lei sicuramente ha potuto constatare. Il primo obiettivo di chi attualmente si accinge a governare la nazione italiana non vi è dubbio che debba essere la lotta alla povertà.

Pertanto, Le chiedo di voler proporre un progetto di legge che si prefigga di risolvere  le posizioni debitorie nei confronti di Equitalia antecedenti al 1° dicembre  2013. In definitiva, il Governo dovrebbe formulare  una  legge per il condono di tutti i debiti contratti con l’Agenzia delle Entrate fino al 31 gennaio 2012. La rottamazione,  secondo il mio punto di vista,  è molto discutibile  in quanto,  ne sono certo, i debitori non pagheranno perché, anche se vengono eliminati gli interessi, non hanno soldi.

Occorre favorire l’azzeramento dei debiti dei cittadini e ripartire da capo. Solo abolendo la situazione debitoria di tanti cittadini l'economia reale potrà riprendere il suo normale corso .

Gli italiani sono poveri ed indebitati . Da tale presupposto occorre prendere le mosse per una vera lotta contro la povertà , necessaria per far ripartire l’economia. La politica ha bisogno di innovazione , certamente, ma essa non può fare a meno di  salvaguardare i diritti fondamentali dei cittadini, legati inesorabilmente alla vita economica. Non bastano mere e semplici politiche sociali, occorrono azioni specifiche e strategie sorrette da leggi , nonché tavoli tecnici per lo studio della realtà economica attuale per la ricerca di interventi radicali ed incisivi. Il tempo stringe , perché le fasce di povertà esistenti nella nazione italiana si allargano sempre più. Non vi è azione politica che possa dirsi tale se non  prende le mosse dalla necessità di abbattere la povertà, dando vita a politiche economiche favorevoli ai larghi strati di cittadini sofferenti. Sappiamo tutti che l'economia ripartirà se i cittadini non saranno tanto indebitati da non poter acquistare i  prodotti posti  sul mercato. Il Suo Partito Forza Italia potrà vincere ottenendo il consenso elettorale  da parte di tutti i cittadini, proprio in quanto la sofferenza economica affligge tutto il popolo italiano. L’innovazione coincide, attualmente, con la capacità degli uomini politici di porre in essere strategie incisive per l’abbattimento della povertà. I cittadini attendono che nella compagine politica entrino uomini politici che si ispirino al pragmatismo, quello radicale,  e facciano dell’impegno, dell’azione concreta, incisiva e, pertanto, risolutiva, il proprio obiettivo. Eliminare la povertà significa, innanzitutto, mettere a punto strategie mirate per consentire ai cittadini di azzerare il proprio stato debitorio, per poi immettersi nuovamente nel tessuto economico.  E’ questa la sfida del secolo attuale, perché dove esiste povertà esiste conflitto sociale e violenza, esasperazione degli animi e, pertanto, odio. La nuova azione politica sarà  tale perché si ispirerà  ad un nuovo modo di “fare economia”, ossia renderla “economia dal volto umano”,  in quanto risponda alle esigenze vitali, sociali e spirituali di ogni essere umano.

Chi più di Lei, innovatore per eccellenza, potrà essere capace di far vivere una “nuova economia”, che , se vorrà, potrà definire “Economia dal Volto Umano”, in quanto includente e non escludente, come l’attuale sistema economico.  Sulla scorta di tali considerazioni, Le chiedo, innanzitutto, di proporre il condono definitivo dei debiti, in quanto è la prima azione necessaria, ineludibile e, pertanto, fondamentale della lotta alla povertà. 

Con immensa stima