Politica

Presunte firme false nella candidatura di Virginia Raggi: le Iene denunciano

Marco Zonetti

“C’è un falso nella candidatura del sindaco Raggi?”: il servizio delle Iene e la stizza del sindaco di Roma

Dopo lo scandalo e l’inchiesta sulle firme false e altre irregolarità del M5s a Palermo e Bologna, scoppia un caso sospetto che riguarda le firme raccolte per la candidatura della Raggi nella Capitale. In un servizio delle Iene dall’icastico titolo “C’è un falso nella candidatura del sindaco Raggi?”, Filippo Roma indaga su un evento piuttosto strano verificatosi nell’aprile del 2016 durante la campagna elettorale pentastellata.

Filippo Roma raggiunge un’acidissima Virginia Raggi sulle piste da sci dell’Alpe di Siusi, trovandola non moribonda o sofferente come lasciava intendere il suo post con cui giustificava l’inattesa vacanza sulla neve, bensì in gran forma e piuttosto battagliera. In compagnia dell’ex marito Andrea Severini che resta sullo sfondo, la Raggi elude stizzita le domande della Iena sulle “firme che ritornano dal futuro”.
Ebbene sì, a quanto pare, nel m5s ci sono anche le firme in grado di viaggiare nel tempo. Il caso è stato sollevato da Alessandro Onorato, consigliere capitolino per la Lista Marchini, già spina nel fianco dell’ex sindaco Marino e ora principale e apprezzatissimo oppositore della giunta pentastellata, che ha richiesto l’accesso agli atti per capire se sia stato commesso un falso nella candidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma.

Le firme in questione sono quelle che i cittadini di ogni partito debbono raccogliere a sostegno se vogliono presentare la propria candidatura alle elezioni, e Onorato ha scoperto “una cosa davvero assurda” come rivela alla "Iena" Roma.

“Chi ha presentato la candidatura a sindaco di Roma di Virginia Raggi e del M5s e le firme dei cittadini utili a presentare questa candidatura è un chiaroveggente” commenta Onorato. Sì, come spiega il consigliere capitolino, per arrivare a questa conclusione basta leggere l’atto principale, modulo con cui si presentano le firme dei cittadini, con data 20 aprile 2016 e che indica 1352 firme raccolte attraverso novanta “atti separati” (i moduli di raccolta delle firme stesse, insomma). Peccato però che il “Firma Day”, giorno designato per raccogliere le suddette firme, fosse fissato dal m5s per il 23 aprile, ovvero tre giorni dopo. “O sono veggenti”, commenta Onorato, “o c’è un falso”. Come facevano, infatti, i 5 stelle a sapere esattamente il numero delle firme che sarebbero state raccolte solo tre giorni più tardi?

Peraltro, ci svela sempre Onorato, risultano per il 23 aprile dieci certificatori per venti banchetti di raccolta disseminati in tutta Roma (i certificatori sono chiamati per legge ad autenticare le firme dei cittadini raccolte per sottoscrivere le candidature). Ma possono dieci cancellieri coprire venti banchetti sparsi in venti zone di Roma? “Oltre al dono della preveggenza hanno forse anche il dono dell’ubiquità?” aggiunge sarcastico Alessandro Onorato.
Sempre nel servizio delle Iene, l’avvocato Bruno Brianza, esperto di Diritto Amministrativo, esamina l’atto principale depositato dai 5 stelle e certificato dal notaio il 20 aprile 2016 e, avendo appurato che le firme sono state raccolte “in epoca successiva, dichiara evidente che il 20 aprile “non si poteva scrivere questo. L’ufficio elettorale avrebbe l’obbligo di segnalare che vi sono errori o anomalie. Al 20 di aprile si attestava un falso”.

La stessa domanda viene posta all’ufficio elettorale del Comune di Roma, il quale dichiara a sua volta che nel documento è presente un falso e che il Comune non avrebbe dovuto accettarlo.
I due legali del M5s, Alessandro Canali e Paolo Morricone, sottoscrittori della lista di presentazione delle candidature, sostengono invece che è tutto lecito e che è addirittura prassi lasciare delle parti in bianco sul documento di presentazione, e che “lo fanno tutti i partiti”. Peccato che Roberto Giachetti, candidato sindaco per il PD nel 2016 e Alfio Marchini, candidato per la lista omonima, dichiarino esattamente il contrario e cioè quello che appare logico anche solo per semplice buonsenso: PRIMA si raccolgono le firme dei cittadini, POI se ne indica il numero esatto in un documento ufficiale. Lo stesso esperto di Diritto Amministrativo Bruno Santamaria smentisce la risposta di Canali e Morricone, e così anche l’ufficio dei Servizi Elettorali del Ministero dell’Interno.
Filippo Roma espone il tutto alla Raggi che, inviperita, fa notare che la giornata sta volgendo al termine e che vorrebbe godersi le ultime sciate, grazie. La cosa non ci stupisce: a giudicare dalla propensione a schivare le domande sulla bizzarra vicenda delle firme che ritornano dal futuro (sulle quali il consigliere Onorato è intenzionato a fare luce), lo “slalom” parrebbe essere la disciplina in cui i cinque stelle eccellono maggiormente.