Politica
Qatargate, il provvedimento Ue che contrasta corruzione e lobby è "fuffa"
Tremate, arrivano le misure UE: agli ex deputati europei il divieto di svolgere attività di lobbying negli ultimi 6 mesi del loro mandato
Qatargate, il Parlamento europeo rivede le regole di lobbying per gli ex parlamentari
"A seguito dell'approvazione da parte dei capigruppo politici del Parlamento del piano di riforma proposto dalla presidente (del Parlamento) Roberta Metsola, l'Ufficio di presidenza ha adottato la prima decisione di attuazione che rivede le norme applicabili agli ex deputati al Parlamento europeo", si legge in una nota dell'istituzione. Le disposizioni precedenti erano vigenti dal 1999 e le nuove entreranno in vigore dal prossimo 1 maggio.
Da questa data gli ex deputati europei avranno, per un periodo di 6 mesi dalla fine del loro mandato, il divieto di svolgere attività di lobbying e quindi esercitare pressioni sul Parlamento. Trascorso tale periodo, se gli ex eurodeputati decidono di svolgere attività di lobbying o di rappresentanza presso il Parlamento europeo, devono iscriversi al Registro per la trasparenza. Di conseguenza, non beneficeranno dei diritti di accesso e delle agevolazioni che sono loro concessi in qualità di ex membri dell’organismo.
Se queste sono le misure bisogna capire che cambia ben poco in Europa. La Commissione Europea ha dal 2011 un registro per la trasparenza con le lobby iscritte e tracciate. Ma questo non è valso neanche a scalfire il rapporto, spesso poco visibile, tra economia e politica. Il sito della UE spiega che oggi, 18 aprile 2023, nel registro figuravano 12.113 iscritti. “8.069 promuovono il proprio interesse o gli interessi collettivi dei loro membri”. “3.412 non rappresentano interessi commerciali”. “632 promuovono gli interessi dei loro clienti”. Poi ci sono montagne di relazioni per gli addetti ai lavori. Fine.
Il Parlamento precisa anche che nelle prossime settimane saranno esaminate altre misure, "come la partecipazione di rappresentanti di interessi a manifestazioni organizzate in Parlamento", e che "parallelamente, è in corso l'attuazione di una serie di misure che comportano modifiche al Regolamento del Parlamento progresso". Comunque la mettiamo sembra di muoversi nell’ambito di misure molto blande che possono semplicemente aumentare i costi delle attività lobbistiche senza incidere in maniera sostanziale sui risultati finali che i cittadini si aspetterebbero.