Politica

Quirinale, "Berlusconi garanzia che non si vota, Draghi vuol dire urne"

Di Alberto Maggi

Quirinale, intervista a Paolo Romani, capodelegazione di Coraggio Italia al Senato

"Fino a quando la sua candidatura avrà le gambe per camminare non si può escludere nulla"

"La domanda vera da porre non è se Berlusconi ha chance di diventare presidente della Repubblica, ma se Berlusconi abbia voglia di farlo. E la risposta è sì". Inizia così l'intervista di Affaritaliani.it a Paolo Romani, capodelegazione di Coraggio Italia al Senato, ex ministro e per tanti anni al fianco dell'ex Cavaliere al vertice di Forza Italia. "Come dice Calenda, quando Berlusconi si mette in testa una cosa poi ci mette tutto del suo, la coalizione di centrodestra è obbligata ad ascoltarlo. Nelle aule parlamentari il Centrodestra è quasi maggioranza, quasi, ed è la prima volta che accade nell'elezione del presidente della Repubblica".

"Ecco quindi che Berlusconi vuole giocarsi le sue chance puntando anche sulla debolezza intrinseca di ogni deputato e di ogni senatore, visto che lui rappresenta la garanzia che non si andrà a votare nel 2022. E anche se si andasse alle elezioni nel 2023 molti dei parlamentari di oggi non verranno rieletti e quindi Berlusconi può essere una ragionevole alternativa alla candidatura di Draghi. E' un visionario e per natura e per vocazione le imprese impossibili lo divertono.

Romani poi sottolinea: "Se Draghi venisse eletto al Quirinale mezzo secondo dopo si andrebbe a votare e quindi qualcuno, soprattutto dei 5 Stelle, potrebbe pensare che Berlusconi Capo dello Stato è la garanzia di un altro anno di permanenza in Parlamento . Alla quarta votazione, se il Centrodestra tiene duro, anche se temo che qualche défaillance ci sarà, tutto è possibile. Berlusconi gioca questa partita in prima persona e fino a quando la sua candidatura avrà le gambe per camminare non si può escludere nulla. E' un uomo molto bravo nell'opera di convincimento politico".

Non è una mission impossible, insomma... "Diciamo così, è proprio una mission impossible berlusconiana. E nel famoso film ricordo che il protagonista vince sempre, almeno nelle intenzioni di chi ha scritto la sceneggiatura". Un film che vedremo a Montecitorio tra qualche giorno? "E chi lo sa, tutto può essere", conclude Romani.