Politica

Quirinale, guerra tra tre leader e l'asse governativo trasversale (nomi)

Di Alberto Maggi

Quirinale, M5S tagliati fuori dai giochi (anche e soprattutto da parte del Pd)

Quirinale, la vera partita è sul voto nel 2022 o nel 2023

 

Malumore. Profondo malumore. E' la sensazione che si respira scorrendo le chat dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. La forte impressione, quasi una certezza, tra i deputati e i senatori pentastellati è che nelle trattative in corso (segretissime) sulla partita del Quirinale, i 5 Stelle come partito strutturato siano di fatto tagliati fuori e messi da parte. Non solo, il primo a mettere nell'angolo il Movimento sarebbe proprio il suo alleato principale, quel Partito Democratico che nelle sue varie anime ha da qualche giorno aumentato i colloqui informali con le varie sensibilità del Centrodestra.

Il motivo? Semplice. Giuseppe Conte (ottimo come premier, un po' meno come capo politico - sottolineano molti dei suoi) non è in grado di garantire l'unità dei gruppi parlamentari pentastellati. In sostanza, il timore tanto dei Dem quanto delle forze di Centrodestra, è quello di prendere accordi con Conte che poi rischiano fortemente di essere calpestati dalla balcanizzazione della pattuglia M5S che, tanto a Montecitorio quanto a Palazzo Madama, risulta divisa e difficilmente controllabile. Quanto alle trattative sul Colle, spiegano fonti di governo, si sta delineando una sorta di sfida tra i leader dei grandi partiti di maggioranza e un fronte governativo trasversale.

Matteo Salvini a parole sembra sposare la linea di Silvio Berlusconi con Mario Draghi a Palazzo Chigi fino al 2023, ma, è opinione diffusa, che se il premier si sposterà al Quirinale (l'obiettivo del segretario del Carroccio) un minuto dopo Salvini farà fronte comune con Giorgia Meloni, sfilandosi dalla maggioranza di governo e chiedendo il voto anticipato in primavera. Non solo. Il fortissimo sospetto, nonostante le pubbliche rassicurazioni, è che anche Enrico Letta e Giuseppe Conte siano pronti a seguire il leader della Lega, magari affermando pubblicamente di aver preferito la continuazione della legislatura ma di fatto assecondando le urne (così finalmente potranno controllare i rispettivi partiti facendo le liste).

Ma in Parlamento si lavora anche a salvare la legislatura, grazie al rinnovato allarme Covid legato alla variante Omicron che, inevitabilmente, consiglia stabilità politica. Il fronte trasversale è composto principalmente dai ministri Luigi Di Maio, Dario Franceschini e Giancarlo Giorgetti che, forti di un legame personale tra loro sempre più stretto, stanno lavorando insieme a Silvio Berlusconi e al cerchio magico di Forza Italia (che sanno che l'operazione ex Cavaliere Capo dello Stato è quasi impossibile) per garantire la sopravvivenza della legislatura anche se Draghi andrà al Quirinale. Come? Esecutivo fotocopia, stessa squadra, e premier uno fra Marta Cartabia, Daniele Franco e Vittorio Colao.