Politica

Quirinale, Nerio Nesi: "Italia lontana dal socialismo. Draghi resti premier"

di Vanessa Seffer

L'intervista a Nerio Nesi, ex presidente della Banca Nazionale del Lavoro

Nerio Nesi, l’asse socialista democratico che può cambiare l’Europa

Novantasei anni portati con lo spirito e la lucidità di un giovane. Nato nel mondo olivettiano. Ritrovatosi nell’area contigua al partito repubblicano, aderì al partito socialista con una sua identità nella componente della sinistra autonoma dal PCI. La corrente era guidata da Riccardo Lombardi noto per la sua adesione ai temi sociali del suo tempo. Erano all’incirca gli anni ’60, prima della scissione del Psiup, quando cominciavano le grandi manovre della costruzione del Centro-sinistra. Gli albori della nuova politica che porterà alle grandi azioni di riforma basate sulla programmazione economica.  

Mentre termina il suo libro sulla storia del Mose, chiedo che cosa pensa di questo momento nazionale ed internazionale all’unico vero “banchiere rosso”, l’ex Presidente della Banca Nazionale del Lavoro, prima che venisse privatizzata.

Quale contributo può dare la solidarietà internazionale dei socialisti europei alla nuova Europa?

Mah, non ho troppa speranza in un’avvenire socialista dell’Europa, nemmeno in chiave socialdemocratica. I socialisti sono troppo pochi, troppo sparsi, non c’è unità di intenti. Anche se il momento internazionale sarebbe abbastanza favorevole. Vediamo cosa succederà nei prossimi mesi e chi governerà l’Italia. Sono pieno di dubbi e di incertezze.

27 Paesi di cui solo 19 hanno l’Euro. Cosa è la nuova Europa?

La nuova Europa è una speranza. Una speranza fondata. Il socialismo democratico ha vinto in Germania. Macron non è certamente un uomo di sinistra, però non è nemmeno un uomo di estrema destra come i suoi competitori. Da noi, mah! Io direi che è il Paese dove il socialismo è più debole. In Spagna il Presidente del Consiglio è socialista. Sarebbe quindi un momento propizio. Manca la situazione italiana, che secondo me non è adeguata. Adesso la democrazia italiana perde l’attuale Presidente della Repubblica. Il tentativo della destra è quello di mettere a capo del governo un uomo non di sinistra o di centro sinistra e può anche darsi che ci riesca. In questo modo potrebbero essere rimosse due personalità importantissime come Mattarella e Draghi. Per questo ho una percezione negativa dell’Italia.

Come vede Mario Draghi?

Lo conosco personalmente e ho molta stima per lui. Temo che si immischi in una situazione confusa. Molti lo vogliono Presidente della Repubblica. Personalmente mi piacerebbe che Draghi continuasse a fare quello che già sta ben facendo. Tuttavia ogni tanto dà qualche segno di incertezza e ciò mi dispiace perché è persona stimabilissima.

In passato lei ha creato con Felipe Gonzalez e con i fratelli socialisti spagnoli come Alfonso Guerra un legame politico molto importante. Potrebbe verificarsi nuovamente o è difficile perché manca l’Italia, come diceva?

Lo scorso Natale Alfonso era ospite a casa mia. Abbiamo parlato a lungo e anche lui è un pessimista. Lo è sulla Spagna nonostante un Presidente del Consiglio socialista. Io che sono meno pessimista sulla Spagna, mantengo le mie riserve sull’Italia. La mia impressione è che la divisione dei ruoli tra un Draghi Presidente della Repubblica e un Presidente del Consiglio eletto da destra ed estrema destra, inclusi i fascisti, scardini un periodo che è stato incredibilmente bello, quello della coppia  Mattarella – Draghi.

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