Politica

Referendum, "la Lega non torna alla Padania. L'autonomia poi anche al Sud"

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Intervista di Affaritaliani.it a Giancarlo Giorgetti, vice-segretario della Lega


Qual è il senso del voto di questa domenica in Lombardia e in Veneto?
"Il popolo, visto che siamo in un periodo in cui ormai decidono solo i poteri forti, finalmente su scelte importanti può far valere la propria opinione. Ci hanno portato via la moneta, hanno portato poteri a Bruxelles senza chiederci niente, forse è il caso di sfruttare questa occasione. Chi è favorevole può votare sì e chi è contrario può votare no".

Se vince il sì, che cosa cambia da lunedì?
"Davanti ad un responso popolare, democratico, pacifico e anche legale dal punto di vista costituzionale, nessun governo di nessun colore politico potrà negare le richieste legittime di maggiore autonomia del Veneto e della Lombardia".

Ci sono similitudini con quanto sta accadendo in Catalogna?
"No, perché la Catalogna ha seguito una via non costituzionale e quindi ha indetto un referendum che la Costituzione spagnola non prevedeva, al di là della partecipazione significativa e delle rivendicazioni del popolo catalano. I referendum di domenica, invece, si inseriscono pienamente nella possibilità costituzionale, tanto è vero che c'è una sentenza della Corte che riconosce al Veneto il diritto di farlo".

Ma la Lega è favorevole all'indipendenza della Catalogna dalla Spagna?
"Nel momento in cui la maggioranza dei cittadini catalani desidera l'indipendenza è qualcosa che va presa in considerazione. Ma, naturalmente, deve avvenire in un contesto pacifico e senza nessuna forma di violenza. L'indipendenza, però, non è semplicemente il desiderio e l'auspicio di un popolo ma è anche il fatto che gli altri popoli ti riconoscano come un'autorità costituita. E' il modello che hanno seguito Croazia, Slovenia e Kosovo: quando sono diventati indipendenti altri stati europei molto importanti, come la Germania e il Vaticano, li hanno riconosciuti come indipendenti e in automatico lo sono diventati. Sono processi storici che prima o poi riescono a trovare una soluzione, ovviamente si auspica in modo pacifico".

Il dato chiave di domenica è l'affluenza. Siete soddisfatti se in Lombardia e in Veneto vota almeno il...?
"In Veneto c'è un quorum, 50%, ed è chiaro che quello è l'obiettivo da raggiungere. Per quanto riguarda la Lombardia, basta vedere le percentuali di affluenza al voto nelle ultime elezioni: ad esempio in Emilia Romagna alle Regionali ha partecipato il 37% della popolazione. Quello mi sembra già un riferimento importante. Teniamo presente che nel corpo elettorale, purtroppo, sono compresi i lombardi e i veneti residenti all'estero che non possono votare e che quindi, automaticamente, abbasseranno il dato di affluenza".

Quindi gli obiettivi sono il 50% in Veneto e il 37% in Lombardia...
"Esatto, tra il 30 e il 40% in Lombardia, che significa 3 milioni di cittadini al voto, credo che possa essere considerato un risultato di grande soddisfazione. Poi, chiaramente, vedremo quanti saranno i sì e quanti i no".

Vi aspettate i sì oltre l'80%?
"Mah, è da vedere. Non capisco i cosiddetti democratici che auspicano una non partecipazione per non riconoscere il risultato. Poiché non c'è il quorum vale il principio del Paese che ci ha insegnato la madre della democrazia e che la pratica tutti i giorni, ovvero la Svizzera. In quel Paese i referendum si fanno molto frequentemente e non viene richiesto alcun quorum di partecipazione".

Se i referendum vanno bene Salvini è il leader del Centrodestra?
"Non c'entra assolutamente nulla. Non è né un dato partitico né un dato politico. Mi spiace moltissimo che ambienti della sinistra l'abbiano buttata in politica, certamente noi sosteniamo le ragioni del sì, loro a parole sostengono il sì poi vogliono boicottare il referendum. E' un peccato, perché se vincono i sì non vince né la Lega, né un partito, né un Governatore. Vince un popolo che finalmente può avere la possibilità di autogovernarsi. Non sono il trampolino di lancio per le Politiche".

Giorgia Meloni però vi ha fatto un bello scherzetto...
"Forse non ha capito pienamente il significato di questi referendum. Lo hanno capito perfettamente tanti amici lombardi e veneti di Fratelli d'Italia che voteranno convintamente sì".

Invece Silvio Berlusconi si è svegliato in Zona Cesarini per sostenere il sì...
"Si è espresso nei modi che sono a lui propri e ha detto come la pensa. Va bene così".

Vi ha fatto piacere...
"Certo, tutti quelli che siano di destra, di sinistra, dei 5 Stelle, del Sud o del Nord che dicono è giusto votare sì, fa piacere".

In Lombardia c'è il voto elettronico, lo proporrete anche alle Politiche?
"Facciamo questo esperimento, l'hanno molto caldeggiato i 5 Stelle e in molti Paesi si fa. E' il primo caso in Italia ed è vero che c'è qualche persona anziana che ha paura di sbagliare, però è una cosa talmente semplice che può anche risultare divertente. Quindi invito tutti, in particolare gli anziani, a provare questo tipo di situazione. Naturalmente se avranno difficoltà ci saranno le persone al seggio che spiegheranno esattamente come procedere con le operazioni di voto".

Però ora che la Lega è diventata un partito nazionale, questi referendum non riportano l'orologio indietro di dieci anni ai tempi della Padania?
"No, riportare la Lega indietro di dieci anni significa riportarla alle istanze secessioniste. Questo invece è il tentativo di portare il federalismo in Italia, un tentativo sostenuto anche da Umberto Bossi, all'interno del quadro costituzionale. E devo dire che al Sud in molti hanno dimostrato di capire che questo modello potrebbe essere esportato anche lì risolvendo così i tanti disastri compiuti nel Dopoguerra dal centralismo romano".

Qual è la Regione del Sud in prima fila per chiedere l'autonomia?
"Mi sembra che la Puglia l'abbia già in qualche modo buttata lì. Io sarei molto felice se anche le Regioni del Mezzogiorno iniziassero a muoversi in questa direzione".

Infatti il presidente Emiliano ha aperto a Maroni sulle ragioni dell'autonomia...
"Emiliano è un politico che vive molto vicino alla sua gente e alla sua terra e quindi, come tale, ha interpretato questo sentimento diffuso anche tra i suoi".