Politica

Renzi, bin Salman coinvolto nel caso Khashoggi. L'omicidio che imbarazza IV

di Andrea Deugeni

Biden intende telefonare al re Salman dell'Arabia Saudita in vista della diffusione del rapporto dell'intelligence Usa sull'omicidio del giornalista dissidente

Omicidio Khashoggi, bin Salman coinvolto. Parola di Joe Biden. “Il fratello maggiore saggio” di Renzi (così il leader di Italia Viva appellò Biden a novembre, commentando l’arrivo alla Casa Bianca dell’ex vice di Barack Obama) finisce per mettere in imbarazzo lo stesso senatore di Rignano al libro paga dei sauditi come membro del board della fondazione che organizza la Future Investment Initiative, la Davos del deserto. Un incarico con tanto di intervista magnificatrice delle pseudo-virtù neo-rinascimentali dell’oppressivo regime dell’Arabia Saudita al principe ereditario Mohammed bin Salman.

Secondo quanto ha riportato Axios, che ha citato una fonte protetta dall’anonimato, Joe Biden intende telefonare oggi al re Salman dell'Arabia Saudita in vista in particolare della diffusione prevista per domani del rapporto dell'intelligence Usa che confermerebbe il coinvolgimento del figlio, Mohammed bin Salman, nell'omicidio di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente saudita ucciso alla vigilia delle nozze con Hatice Cengiz nel consolato saudita di Istanbul da una squadra appositamente venuta da Riyad. 

Il bollino Usa su una tesi sostenuta da molti nei consessi oltre confine finisce per assestare un colpo anche alle ambizioni internazionali di Renzi che, con la propria creatura politica praticamente inesistente nei sondaggi, sta lavorando a più scenari per il proprio futuro. E uno di questi, come raccontato dal Corriere della Sera, porta appunto all’estero, magari per un incarico internazionale come, ad esempio, la poltrona di segretario generale della Nato, che Jens Stoltenberg lascerà nel 2022. Un sogno che pare il senatore di Rignano coltivi grazie ai buoni rapporti con il nuovo inquilino della Casa Bianca.

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Intanto, dopo aver rimandato a una conferenza stampa da tenere post-risoluzione della crisi politica le spiegazioni del caso sullo “scandalo Arabia” esploso per la propria partecipazione alla “Davos nel deserto” in piene consultazioni per il nuovo governo, Renzi ha fatto passare tutto in cavalleria. Ha preferito la strategia del silenzio e non rispondere a domande che gli avrebbero chiesto conto dela "sua invidia per il costo del lavoro" in Arabia, dove la manodopera è soggetta al kafala, una sorta di ricatto-schiavitù. 

Chissà che il machiavellico Renzi non ritorni sulle proprie orme, per spiegare anche il proprio punto di vista sull’omicidio Khashoggi. Condividendolo magari con l’”old big brother Joe”. 

@andreadeugeni