Politica
Renzi, boom di donazioni a Italia Viva: soldi da Lupo Rattazzi e Marcegaglia
Il bilancio del partito dell'ex premier: i costi per alberghi e ristoranti superano quelli per il personale. Tra i finanziatori, perlopiù persone fisiche
I finanziatori di Iv, Matteo Renzi è uno degli ultimi
Tra i principali finanziatori c'è l'imprenditore Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli, da sempre un fedelissimo dell'ex segretario Pd, che ha versato 100mila euro "di persona". Con 50mila euro c'è Davide Serra, uno degli esponenti di spicco del cosiddetto giglio magico: il fondatore di "Algebris" è stato tra i maggiori donatori della fondazione Open, nata nel 2012 proprio per sostenere le iniziative politiche di Renzi. Con lui figura anche la moglie Anna Claudia Barassi con 40mila euro. Con un 'obolo' di 100mila euro risulta l'imprenditore monegasco di origini italiane, Manfredi Lefebvre d'Ovidio, armatore e uomo d'affari, presidente ed ex proprietario della società di crociere di lusso 'Silversea Cruises'. In lista compaiono con 30mila euro a testa l'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e Marco Rotelli. A seguire, Guido Barilla, imprenditore della pasta, ha bonificato 10mila euro, mentre 50mila euro arrivano da Giovanni Tamburi, fondatore di Tip e tra i principali investitori privati italiani.
Insomma, nel 2020, le donazioni non sono affatto andate male, tenuto conto che Italia Viva, nata nel 2019, non ha mai ricevuto somme dal bilancio statale a titolo di rimborsi elettorali, che sono stati aboliti nel 2013. Oltre ai contributi già citati, i renziani fanno grande affidamento anache al 2 per mille. Infine, tra i parlamentari finanziatori figurano Matteo Colaninno, con 24mila 500 euro, e Maria Elena Boschi, con 15mila 329 euro. Il contributo del leader di partito, invece, ammonta a soli 8mila 500 euro.