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Politica
Renzi e l'Europa, salvate il generale Armstrong Renzi Custer

Di Giuseppe Vatinno

Renzi sta facendo la voce grossa con l’Europa dopo anni di sostanziale accettazione delle politiche europee a noi sfavorevoli. Era però il periodo del “Napoletanopensiero” e cioè di quella strategia di fondo che ha radici molto lontane, filoatlantica e costituente che ha posto l’Italia costantemente nell’orbita europea (anche per sfuggire all’ Unione Sovietica) la qualcosa poteva andare bene nel periodo pre - euro e quindi prima del 2000 ma poi, con la salita della Germania si è rivelata una scelta soffocante per molti aspetti.

Negli ultimi anni poi il problema dei migranti -sommato alla crisi che imperversa dal 2008- che sbarcano a gettito continuo sulle nostre coste ha prodotto evidenti risentimenti nella popolazione.

Renzi queste cose le sapeva anche prima ma solo ora sta reagendo preoccupato per l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre che se vincesse il “no” sarebbe comunque un giudizio sul suo governo (ormai la frittata dell’identificazione è fatta ed è anche fastidioso per l’opinione pubblica vedere come si sta cercando di rimescolare le carte in tavola).

Il tempo è poco e la gente è esausta.

A gennaio dovrebbe (ri)partire la Nuova Lega di Salvini (Maroni permettendo), una Lega nazionale, una lega dei Popoli e non più padanocentrica e questo incalza ancor più il premier che ha anche da contrastare quello che sembra essere divenuto (per vittoria nella selezione naturale) il suo nemico più temibile: il populismo dei Cinque Stelle.

Ed è in questo quadro che va vista la dura presa di posizione del Primo Ministro italiano nei confronti della Ue: se la Merkel (perché di questo si tratta) non riconoscerà all’Italia la possibilità di decurtare i costi per i migranti e il terremoto il nostro Paese porrà il veto sul bilancio del 2017 bloccando il trasferimento dei fondi comunitari a quei Paesi dell’est -in primis Ungheria e Polonia- che non vogliono accogliere i migranti al di là delle loro frontiere.

La Ue ha inviato una lettera di richiamo all’Italia a cui Palazzo Chigi ha risposto picche (per ora ufficiosamente tramite il Ministro Calenda, ma entro domani lo dovrà fare formalmente).

Insomma, dopo anni di attesa, il referendum fa miracoli ed assistiamo ad un inedito Renzi in versione Salvini che utilizza anche i fatti di Goro (3.900 anime) e Gorino per dire che lui “non condivide ma che comprende”, una posizione assolutamente nuova rispetto a quella usuale del governo sul tema dell’immigrazione e che si gioca tutta su quel verbo finora mai utilizzato ed ora brandito come un’arma letale “comprende”.

Gorino -590 residenti- è comunque un punto di svolta (e se ne accorto anche un preoccupato Stefano Bonaccini Presidente dell’ Emilia - Romagna): per la prima volta non solo una grande città come Roma mette in atto una protesta di popolo ma lo fa anche una frazione dell’accogliente e rossa Emilia: segno che la misura è colma e che senza una rimodulazione delle politiche migratorie si rischiano seri e prolungati scontri sociali con la conseguenza ascesa proprio di quelle forze populiste che sempre si manifestano -talvolta drammaticamente come prima della seconda Guerra Mondiale- in tali periodi storici.

Anche il voler mettere in assoluta evidenza che si tratta di “donne (una incinta) e bambini” rischia di diventare un boomerang tra la gente esasperata che vede in questo solo una manovra propagandistica del prefetto e quindi del governo ed una sostanziale tattica “buonista” per fare passare un avamposto, una “quita colonna” seguita poi dalla solita invasione.

Renzi sa benissimo che a dicembre si gioca tutto e sta tentando la carta populista, dall’abolizione di Equitalia (ma solo formale), alle posizioni dure con l’Ue sui migranti ma nel frattempo il Pd rimanda alle commissioni la legge di dimezzamento degli stipendi parlamentari il che non fa un buon effetto sulla pubblica opinione.

La “rivoluzione della rottamazione” sembra aver perso la sua spinta propulsiva ed in accordo con quanto si legge nella “Fattoria degli Animali” di Orwell il rischio di una controrottamazione c’è ed  è concreto con parte rilevante del Pd guidato da Massimo D’Alema pronto a fare lo sgambetto appena possibile.

In questa ottica è da leggersi ad esempio la firma odierna in prefettura del “Patto per Napoli” con il sindaco De Magistris dopo anni di ostilità; circondato da nemici Renzi cerca di recuperarne qualcuno per non finire come il generale George Armstrong Custer a Little Big Horn.

La guerra del soldato blu Renzi contro tutti è appena iniziata.

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renzi europa





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