Politica

Pd, pronta la mossa anti-minoranza di Renzi. Esclusivo


"I parlamentari e gli iscritti al Partito Democratico si impegnano a rispettare le decisioni prese dalla maggioranza del partito". Ecco la frase che - secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di rivelare - Matteo Renzi si prepara a far approvare nel corso di una delle prossime direzioni nazionali del Pd. Di fatto, si tratta dello strumento attraverso il quale il segretario dem potrà cacciare chi - come Massimo D'Alema - non dovesse rispettare le decisioni dei vertici del Nazareno. Non solo. In questo modo, agli occhi degli elettori e dell'opinione pubblica, saranno i 'nemici' interni a strappare, deviando rispetto alla linea democraticamente votata, e, quindi, a restare con il cerino in mano. Il presidente del Consiglio, in realtà, non è affatto preoccupato per gli affondi di Baffino. Anzi, è quasi soddisfatto, anche perché - spiegano fonti renziane - ogni volta che D'Alema attacca il risultato è quello di compattare il Pd attorno alla sua dirigenza e al suo segretario.

La mossa di far approvare quella frase della direzione serve per fare chiarezza. Renzi è stanco dei balletti delle dichiarazioni sui media e dei siluri a mezzo stampa. Dentro o fuori. Una sorta di ultimatum ai vari Bersani, Cuperlo, Speranza e Bindi. Dibattito, discussione interna ma poi - dalle primarie alle candidature alle Amministrative, dai referendum (trivelle e riforme istituzionali) alle scelte di governo - tutti devono attenersi a quando deciso dai vertici del Pd. Chi non ci sta sarà fuori, non perché viene cacciato dal "cattivo" segretario-premier ma semplicemente perché - spiegano fonti vicine al presidente del Consiglio - "ha compiuto atti politici o ha fatto dichiarazioni che rischiano di danneggiare il Pd e il governo". Insomma, per il momento Renzi lascia che D'Alema e Bersani lancino i loro attacchi poi verrà, presto, il momento del radde rationem. E si vedrà chi ha davvero il coraggio di mettersi contro e quindi fuori dal Pd.