Politica
Rete unica, Anzaldi: "Open Fiber tagliata fuori e Tim ha troppa influenza"

Intervista di Affaritaliani.it a Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della Commissione Vigilanza Rai
Onorevole Anzaldi, il Governo ha dato il via libera all’accordo Cdp-Tim per la rete unica. Che ne pensa?
“Sulla rete unica siamo ancora solo ai titoli, aspettiamo di vedere in concreto quale sarebbe il percorso cui sta lavorando la Cdp. Anche perché nelle discussioni di queste ore c’è un grande assente che invece dovrebbe essere protagonista di qualunque operazione di carattere statale, mi riferisco a Open Fiber, posseduta a metà da Enel e Cdp. Che ruolo avrà nella nuova operazione l’unica rete pubblica in fibra ottica già esistente? Perché Enel non partecipa alle trattative tra Tim e Cdp?”.
Perché ritiene così importante il ruolo di Enel e Open Fiber?
“Se in questi anni sono finalmente partiti gli investimenti per la fibra ottica e si può discutere di una rete indipendente e pubblica che serva tutti gli operatori e riduca i costi per gli utenti, questo lo si deve alla lungimirante operazione lanciata nel 2015-2016 dal Governo Renzi e dall’allora sottosegretario Giacomelli, con la nascita di una rete in fibra ottica finanziata da aziende pubbliche concorrente di Telecom. Solo grazie a quell’operazione anche Telecom ha iniziato a investire, sebbene ancora in maniera totalmente insoddisfacente. Ci vuole l’onestà intellettuale di riconoscerlo, invece di andare dietro a posizioni faziose”.
Grillo non perde occasione per attaccare Open Fiber…
“Su questo campo sarebbe preferibile che Conte e il Governo ascoltassero un po’ di più Franco Bassanini, che del settore è uno dei massimi esperti ed è un uomo delle istituzioni, e un po’ di meno il blog di Beppe Grillo e le sue elucubrazioni ideologiche, altrimenti si rischia di ottenere l’effetto contrario a quello annunciato, si rischia di bloccare gli investimenti già esistenti e in corso di implementazione. Solo poche settimane fa Open Fiber ha ricevuto da Cdp e dalle banche un ulteriore miliardo da investire sulla rete, che fine faranno questi soldi se si ferma tutto? E poi va ancora chiarita la questione della governance: se Tim mantiene la maggioranza della rete e nomina l’amministratore delegato, di quale indipendenza parliamo? Mi sembra che la dirigenza Tim abbia un po’ troppa influenza su alcuni settori del Governo, basta vedere la nomina di una storica collaboratrice di Gubitosi addirittura nel Cda Enel, che su questa partita è agli antipodi da Telecom. Una nomina davvero stupefacente”.