Politica

Riforma Cartabia, un rimedio necessario

L'opinione di Gianni Pardo

Un amico lettore mi ha candidamente chiesto come mai fossi contrario alla riforma proposta dalla ministra Marta Cartabia. Inutile mostrarsi sbalorditi o indignati: se qualcuno ha potuto pensare ciò, è segno che devo essermi espresso male. Uno si sforza di essere chiaro, ma a quanto pare ci sono volte in cui la cosa non riesce.

Cominciamo riaffermando alcune ovvietà. Un rimedio può essere assolutamente necessario e contemporaneamente comportare controindicazioni. La gangrena può imporre l’amputazione di una gamba, ma nessuno può sostenere che l’amputazione di una gamba sia una cosa positiva. Solo che, se l’alternativa è la morte, ben venga l’amputazione.

Si tratta di bilanciare costi e ricavi. A chi soffre di un prurito non si può dare un rimedio che può provocare uno shock anafilattico ma, a chi sta morendo se non gli si dà quel rimedio, non soltanto glielo si deve dare, ma se necessario anche in dose tale da rischiare di ammazzarlo. Dunque criticare un certo tipo di provvedimento non significa per ciò stesso dichiararlo non necessario o da non adottare. (Continnua a leggere nella pagina successiva)