Politica
Roma, elezioni rinviate al 2017? Renzi lavora al decreto legge
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
La notizia è circolata nei giorni delle dimissioni (non ancora confermate) di Ignazio Marino. A ipotizzare uno slittamento delle elezioni comunali a Roma, in teoria previste per la primavera del prossimo anno insieme alle altre città, sono stati il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda e il vice-ministro dell'Interno Filippo Bubbico, anche lui del Partito Democratico. Poi l'attenzione si è spostata sulle decisioni di Marino ancora incerto se lasciare o resistere. Fatto sta che - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - il presidente del Consiglio starebbe seriamente valutando la possibilità di posticipare al 2017 (primavera) il voto nella Capitale. La motivazione ufficiale sarebbe il Giubileo e quindi l'ordine pubblico. I tecnici di Palazzo Chigi e del Viminale starebbero mettendo a punto nei dettagli un decreto legge ad hoc per rinviare di dodici mesi le elezioni amministrative a Roma. L'unico nodo - stando a fonti qualificate - sarebbe il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E' evidente che non essendo Roma una città qualsiasi uno slittamento del voto al 2017 deve avere anche il via libera (o quantomeno la non ostilità) del Capo dello Stato. Politicamente, il Pd è in grossa difficoltà. I sondaggi sono Roma sono impietosi e, soprattutto se Marino corresse con una lista civica, il partito di Renzi potrebbe restare sotto il 20% (anche nettamente) e fuori dal ballottaggio. Ecco perché Renzi, che nel 2016 non vuole grane che appannino la sua immagine visto il referendum confermativo del ddl Boschi, avrebbe deciso di forzare la mano e proseguire con la strada del rinvio delle elezioni. Formalmente la macchina elettorale è in mano al ministero dell'Interno, quindi ad Angelino Alfano, che in cambio dell'ok allo slittamento del voto nella Capitale potrebbe chiedere al premier una contropartita sulle unioni civili (un ammorbidimento del provvedimento che fa infuriare i centristi) e un occhio di riguardo nel rimpasto di governo che ci sarà nelle prossime settimane o al massimo nel giro di pochi mesi.