Politica
Roma sommersa dai rifiuti, l'eredità di Raggi mette a rischio il Giubileo
Da decenni si assiste ad un progressivo degrado di Roma, vetrina della Nazione. Ma il discorso non è solo politico. Cause ed effetti
Roma allo sbando, il degrado della Capitale e l'eredità di Virginia Raggi
Non è (solo) un discorso politico. Da decenni si assiste ad un progressivo degrado di Roma, Capitale d’Italia, vetrina della nostra Nazione. Il discorso è generale e vale per tutte le città italiane, ma a Roma è più accentuato. Fino agli anni ’70 dello scorso secolo gli indicatori urbanistici della città erano tutti in attivo: il verde era ben manutenuto, le buche quasi inesistenti, l’immondizia veniva raccolta con puntualità ed i taxi funzionavano perfettamente. Solo i mezzi pubblici cominciavano a dare qualche segno di cedimento e ancora c’erano i cosiddetti “vespasiani”.
Negli anni successivi c’è stato invece il progressivo sfacelo. Il verde pubblico è stato abbandonato a se stesso, pur essendo Roma una delle città più verdi d’Europa. I marciapiedi si sono rotti e non sono stati riparati, il fondo stradale pare quello di una città bombardata, i taxi sono scomparsi, l’immondizia si stratifica in cumuli spaventosi e gli amministratori si sono dimostrati via via sempre più inadeguati a gestire la Capitale.
Ci vorrebbero dotti studi di sociologia politica e psicologia collettiva per capirne i motivi e soprattutto i rimedi. Da segnalare che stranamente le cose funzionavano quando non c’era l’elezione diretta del Sindaco. Uno dei fattori di degrado sociale è sicuramente l’immigrazione selvaggia. Per una nota legge sociale abbiamo infatti importato il peggio esistente all’estero: disperati che ci hanno portato il loro degrado invece che aumentare il nostro benessere. Abbiamo fatto un salto indietro di 50 anni. Norme balorde e anni di amministratori dilettanti hanno fatto il resto. Intanto c’è da rilevare il caso Raggi che è stata la botta finale che ha messo in ginocchio una città già provata.