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Politica
Salario minimo, raccolta firme online per proposta unitaria delle opposizioni
Giuseppe Calenda, Carlo Calenda e Elly Schlein

Salario minimo, la raccolta firme delle opposizioni. Schlein (Pd): "Non si può aspettare"

La petizione, poco dopo la messa online, è stata rilanciata via social da tutti i partiti coinvolti nella proposta di legge. A cominciare dal Pd. “Dopo mesi di battaglia in parlamento e fuori, siamo andati al confronto con il governo a difendere e spiegare la nostra proposta sul salario minimo, ma la destra frena, prende tempo e non ha nessuna proposta alternativa. 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori sono poveri anche se lavorano. Non possono aspettare”, si legge in un post su Facebook, ricondiviso anche da Elly Schlein, in cui i dem invitano alla call to action. Mentre Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi Sinistra, ha pubblicato un video per invitare alla sottoscrizione: “Per dare forza a questa proposta di legge serve il contributo di tutte e tutti – scrive nella didascalia – Da oggi parte, online e nel paese, la raccolta firme. Perché le parole “lavoro” e “povero” non possano stare più nella stessa frase, salario minimo subito”.

Salario minimo, via alla raccolta firme online. Conte: “Ora potete combattere con noi”

“Il salario minimo è una misura presente da anni in tutti i Paesi del G7. L’unica eccezione riguarda l’Italia. È ora di invertire la rotta e garantire a cittadini che lavorano, rispetto e dignità. È un principio di civiltà sancito dalla nostra Costituzione. Abbiamo presentato al Governo la nostra proposta. Ora sostienila anche tu, firma la petizione per il salario minimo subito”, si legge invece in un post pubblicato dai profili social di Azione.

“Ancora in queste ore, da alcuni esponenti di Governo è arrivata una netta chiusura al salario minimo legale – ha scritto infine Giuseppe Conte in un post, condividendo il link della piattaforma – Venerdì a Palazzo Chigi, dopo mesi di dibattito in Parlamento, la presidente Meloni non ha fatto nessuna controproposta: coinvolgere il Cnel di Brunetta, che peraltro in passato si è pubblicamente espresso contro questa misura, è solo un modo per gettare la palla in tribuna mentre 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori continuano a percepire paghe da fame”. “La nostra proposta di introdurre un salario minimo di 9 euro lordi l’ora è in Parlamento, e malgrado i tentativi della maggioranza di boicottarla non ci fermiamo! – si legge ancora nel post del leader del Movimento 5 stelle – Da oggi potrete combattere insieme a noi questa battaglia, firmando la petizione popolare che lanciamo ufficialmente oggi insieme alle altre forze di opposizione per far sentire al Governo la voce dei cittadini che non hanno voce, come i 20mila che lo scorso 17 giugno a Roma si sono radunati per dire ‘Basta vite precarie'”.

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