Politica

Salvini precetta per lo sciopero del 15 dicembre. La longa manus di Landini

Di Giuseppe Vatinno

Un nuovo sciopero sotto Natale. Salvini lo limitata a 4 ore.

Salvini precetta lo sciopero del 15 dicembre

La notizia dovrebbe essere che è previsto un nuovo sciopero, l’ennesimo, sotto Natale ma alcuni giornali, come Il Post, titolano “Matteo Salvini ha precettato di nuovo” come se la notizia fosse la precettazione e non lo sciopero.

Ieri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato che ricorrerà allo strumento della precettazione per lo sciopero locale indetto per il 15 dicembre (inizialmente doveva tenersi il 27 novembre), come al solito di venerdì per farsi il ponte, agganciandolo al week end.

LEGGI ANCHE: Salvini apre al terzo mandato: mossa strategica che compatta la Lega

Sciopero sotto Natale. Salvini lo limitata a 4 ore

Lo sciopero era inizialmente previsto di 24 ore ma con l’ordinanza è ora ridotto a 4 ore dalla 9 alle 13, con il rispetto delle fasce di garanzia. L’Unione Sindacale di Base ha annunciato questa volta che non rispetterà l’ordinanza e lo sciopero durerà 24 ore e che ha fatto ricorso al Tar. Chi sciopererà comunque rischia una multa fino a 1000 euro più il salario della giornata.

Salvini ha annunciato la sua decisione tramite un post sul suo profilo X: “Qui Mit, ho firmato per ridurre da 24 a 4 ore lo sciopero del trasporto pubblico locale previsto per questo venerdì 15 dicembre. Il diritto a chiedere salari più adeguati è sacrosanto, ma questo non può paralizzare l’Italia per un giorno intero, a ridosso del Natale. Da ministro dei Trasporti devo garantire la mobilità ai 20 milioni di italiani che quotidianamente prendono un mezzo pubblico: è mio diritto ma anche mio dovere”.

Appare abbastanza evidente che qui non siano in discussione delle richieste dei lavoratori, che sono sacrosante come ha detto il ministro, ma si sta facendo una crociata personale dei sindacati contro il ministro stesso. Una guerra che pagano i cittadini che non possono spostarsi nel cruciale periodo natalizio.

Sciopero, la longa manus di Maurizio Landini

Queste sono tutte rappresaglie allo sciopero dello scorso 17 novembre indetto da Cgil e Uil, in pratica con Maurizio Landini che pare condurre una battaglia esclusivamente privata contro il governo in generale e Salvini in particolare. La prova è che lo sciopero generale di novembre “contro la finanziaria” era stato indetto addirittura a marzo scorso, quando la finanziaria ancora non c’era. Un segno chiaro della strumentalità e dell’utilizzo quasi privato di uno strumento fondamentale per i lavoratori. Il diritto allo sciopero è uno strumento delicato che non va abusato perché altrimenti se ne mette a rischio la sua efficacia, un po’ come quando i radicali sfornavano referendum a gettito continuo che avevano finito per depotenziare lo strumento e annoiare i cittadini che risposero disertandoli.

È difficile non vedere la longa manus di Landini in questi scioperi locali fatti da cespugli e cespuglietti sindacali in cerca di visibilità. Ma a loro non importa intanto il conto lo pagano i cittadini. È poi singolare che i sindacati si agitino tanto quando non lo hanno fatto in occasione della abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, abolizione peraltro venuta da sinistra e cioè da Matteo Renzi allora segretario del Partito democratico. Ed è anche singolare che i sindacati non presentino bilanci, come impone invece loro la Costituzione. Si vede che la legge non è uguale per tutti.