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Politica
Salvini: il vilipendio? E' di Mattarella e non mio
Affaritaliani.it intervista Matteo Salvini


Affaritaliani.it intervista Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord.

Segretario, è doveroso un ricordo di Gianroberto Casaleggio, co-fondatore del Movimento 5 Stelle morto improvvisamente la notte scorsa.
"Non lo conoscevo, spiace come chiunque altro venga a mancare. Però non l'ho mai incontrato nella mia vita e quindi non faccio ricordi ipocriti e postumi. Mi spiace, ovviamente".

Matteo Renzi ha affermato che lei è stato 'meschino' per quello che ha detto sul Capo dello Stato...
"D'altronde si coprono a vicenda, quindi non mi stupisce".

Ma c'è chi parla di vilipendio al Presidente per le sue parole sul Capo dello Stato...
"L'unico vilipendio è quello di un Presidente della Repubblica che si occupa tanto del resto del mondo e molto poco degli italiani".

Quindi l'accusa di vilipendio, secondo lei, andrebbe rivolta non a Salvini ma a Mattarella...
"Sì. Ieri ero a L'Aquila e mi piacerebbe vedere Mattarella in giro per le frazioni dell'Aquila dove la ricostruzione non è ancora ricominciata a sette anni dal terremoto. Poi magai riparliamo di vilipendio".

Mattarella dal suo punto di vista è meglio o peggio di Napolitano?
"E' un bel match, sicuramente di danni ne ha fatti di più Napolitano, quantomeno per gli anni che ha avuto a disposizione per far danni. E ne ha fatti tanti".

E Mattarella?
"E' lì da poco tempo, ma più per quello che fa o che dice si fa notare per i silenzi. Sostanzialmente eterni".

Lascia passare troppe cose che fa il governo?
"Beh, sta succedendo di tutto in Italia. Ministri che si dimettono, indagini, inchieste, intercettazioni, arresti, ammiragli al caviale. Lui è il comandante supremo delle Forze Armate e mi sembra che lì più che delle Forze Armate ci si occupe delle tartine e dello champagne".

Come definirebbe i silenzi di Mattarella?
"Il Capo dello Stato permette tutto a tutti e poi io non dimentico la sua bocciatura del referendum per cancellare la Legge Fornero da giudice della Corte Costituzionale".

Una colpa?
"Certo, storica".

Se passa il referendum sulle trivelle di domenica prossima, lunedì Renzi si dimette?
"No, Renzi in questo momento è in enorme difficoltà ma è attaccato alla poltrona più di Andreotti. Dovranno dimetterlo gli italiani. Io domenica al referendum vado a votare perché ci credo e voto sì. Ma ritengo che occorrerà altro per mandare a casa Renzi".

Beh, se perde il referendum di autunno sulle riforme istituzionali lo stesso premier ha già detto che lascia...
"Quello sicuramente. Ma anche le elezioni amministrative della primavera sono un appuntamento chiave. Perché se Renzi perde a Roma, a Milano vediamo che succede...".

A proposito di Amministrative, ha in programma incontri con Giorgia Meloni e con Silvio Berlusconi?
"Giorgia Meloni l'ho appena sentita al telefono, Berlusconi non lo sento da quindici giorni".

Avete in programma incontri o telefonate?
"Io non ho in agenda nulla".

Pensa che a Roma si possa ancora trovare un'intesa o il Centrodestra andrà diviso al voto?
"Se si vuole vincere l'accordo lo si fa in due minuti, poi se qualcuno vuole perdere o aiutare Renzi l'accordo non lo fa".

Magari Berlusconi vuole aiutare Renzi pensando anche agli interessi di Mediaset, che tra l'altro ha appena fatto un accordo con Vivendi sul quale il governo non ha detto nulla. Ha questo sospetto?
"No, io sono una persona che si fida e quindi se Berlusconi mi dice che l'avversario è Renzi, immagino che voglia batterlo anche a Roma. Con l'unica candidata che lo può battere, cioè Giorgia Meloni".

Ma in Forza Italia dicono che se Berlusconi ritirasse Bertolaso farebbe una figuraccia e quel dietrofront sarebbe una sorta di 'fine politica' dell'ex Cav...
"Io l'anno scorso per vincere in Liguria ho ritirato un candidato della Lega forte, vincente e che avevo già presentato pubblicamente. Le persone di buon senso fanno un passo indietro quando serve per la squadra. L'abbiamo fatto noi l'anno scorso in Liguria, se lo ricordano tutti".

Come la Lega l'anno scorso ha ritirato Rixi in Liguria per lasciare spazio a Toti, ora Berlusconi dovrebbe far posto alla Meloni rinunciando a Bertolaso a Roma. Giusto?
"Io Rixi l'avevo già presentato pubblicamente ed era il più forte in quel campo".

Eppure il Centrodestra ha vinto lo stesso in Liguria...
"Abbiamo vinto perché noi abbiamo fatto un passo indietro. Poi la Lega è stato il primo partito in Regione, ma senza il suo candidato. Quindi alla squadra io ci tengo. Anche al Milan, sperando di non cambiare l'ennesimo allenatore".

Che cosa pensa della scelta di Brocchi?
"Il problema del Milan non è chi sta in panchina, è più in alto".

Si riferisce a Barbara Berlusconi o Galliani?
"Non esiste una società al mondo con due amministratori delegati".

Chi salverebbe tra Barbara e Galliani?
"Io da milanista ringrazio Galliani per vent'anni di successi e vittorie, ma come tutto nella vita le cose iniziano e finiscono e prima o poi uno si rende conto che ha fatto il suo tempo".

Tornando alle Amministrative. E' possibile che in cambio del passo indietro a Roma a favore della Meloni da parte di Berlusconi, Fratelli d'Italia e la Lega lascino decidere a Forza Italia le candidature a Torino e Napoli?
"Tutto è possibile, il problema è che siamo già a metà aprile e si vota il 5 giugno. Quindi il tempo è sostanzialmente scaduto".

Osvaldo Napoli a Torino non va bene, vero?
"Beh, tutti i sondaggi lo danno per fuori gioco. Quindi...".

Chi ha in mente per Torino contro Piero Fassino?
"Non lo so, a me interessa fare una proposta per Torino velocemente e rapidamente. Non possiamo aspettare ancora".

Affaritaliani.it compie 20 anni. Gli auguri di Matteo Salvini...
"Averne altri mille di Affaritaliani.it, anche se con i tempi che corrono non è certo facile. Però ce ne vorrebbero altri mille come voi che non fate sconti a nessuno e che a volte fate incazzare anche me. Ma questo è il bello del giornalismo. Poi ho fatto pure il collaboratore di Affaritaliani.it per diverso tempo e quindi ci sono affezionato".
 

Tags:
salvini mattarella vilipendiocentrodestra elezioni berlusconi roma bertolaso meloni





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