Politica

Sandro Bondi deve tutto a Berlusconi, che oggi attacca

Di Pietro Mancini

Sandrone Bondi-attuale senatore, con la compagna pro tempore, del gruppo di don Denis Verdini e modesto poeta toscano- deve tutto a Silvio Berlusconi. Ma, ieri, ha attaccato, con durezza, il suo ex leader in declino. La riconoscenza è molto rara, non solo in politica. Dovrebbero essere, tuttavia, evitati tanto il "servo encomio" quanto il "codardo oltraggio", di manzoniana memoria.

Certo, il Cav. ha fatto tanti errori. Ma questi tradimenti sono un brutto spettacolo. E ci si dovrebbe chiedere : non sbagliò Berlusconi a premiare Bondi e tanti "personaggetti" simili non sulla base dei meriti, ma sull'obbedienza al Capo ?

Tanti di quelli, che scappano da Palazzo Grazioli, somigliano a quanti lasciarono Giacomo Mancini solo con Antonio Landolfi, dopo il "Midas", nel 1976, e Bettino Craxi, nel 1992. Il più lesto ad abbandonare gli uffici di via del Corso, assediati dagli avvisi di garanzia al "Cinghialone", mitragliati quotidianamente da Tonino Di Pietro e Borrelli, fu Carlo Ripa di Mena, meglio noto come "Orgasmo da Rotterdam", il quale doveva proprio tutto a Bettino. Fu seguito a ruota dal "Dottor sottile", Giuliano Amato, e dall' ex sindacalista della UIL, Giorgio Benvenuto, "segretario Travicello" del Psi per pochi mesi.

Qualche settimana più tardi, il sussiegoso Claudio Martelli convocò, a Genova, un'assemblea di esponenti socialisti "per restituire l'onore al Psi". L'iniziativa del numero 2 di Bettino naufragò sullo scoglio dell'avviso di garanzia, inviato all'allora Guardasigilli, nell'inchiesta sul "Conto Protezione", aperto, grazie all'intervento di Licione Gelli, capo della P2, presso il Banco Ambrosiano di don Roberto Calvi....