Sanità, la Boschi annuncia la fiducia in Senato - Affaritaliani.it

Politica

Sanità, la Boschi annuncia la fiducia in Senato

Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto enti territoriali, contenente anche le norme sui tagli alla sanità. Lo ha annunciato nell'Aula del Senato il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. "Il lavoro in commissione e' stato sicuramente importante. Sicuramente il testo che oggi sottoponiamo al voto dell'Aula reca misure molto rilevanti per gli enti locali. E' emerso un elemento di preoccupazione", ha aggiunto circa i "tagli alla sanita', tema oggetto di dibattito anche sulla stampa" e "spesso" sono state riportate "notizie che non corrispondono al testo votato in commissione.

I tagli previsti sono quelli concordati con le Regioni in sede di conferenza unificata con l'unanimita' delle Regioni presenti", ha puntualizzato. "Nel dl ci sono misure particolarmente importanti e attese da tanti comuni", ha osservato ancora citando le "misure per le realta' colpite da eventi calamitosi" e il cedimento alla "richiesta dei comuni del Veneto che hanno chiesto maggiore liberta' dal patto stabilita'". "Spazi finanziari rispetto al patto che vengono concessi a tutti gli enti locali laddove servono per fare investimenti e spese in settori specifici" come l'edilizia scolastica, ha proseguito. "Credo ci sia un altra misura particolarmente attesa", ha quindi continuato a proposito delle assunzioni per le questioni di ordine pubblico e sicurezza in vista del Giubileo.

Dopo le forti critiche espresse sui tagli dal coordinatore veneto degli assessori regionali alla Sanità, Luca Coletto, che aveva dichiarato: "Salta il sistema della universalità della sanità pubblica", il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin replica: "Dico “no” a qualunque ipotesi di taglio, che al momento non c’è. I risparmi non sono tagli". E spiega: "I 10 mld di cui si parla in queste ore sono il risparmio che possiamo ottenere in 5 anni applicando il Patto per la salute, con una riorganizzazione del sistema in termini di efficienza, controlli e verifiche, e si tratta di una somma da reinvestire nella salute in settori come l’innovazione e la ricerca, il personale e l’accesso ai nuovi farmaci".

"Quali provvedimenti sono allo studio e come si intenda garantire il mantenimento di un efficiente servizio sanitario". È la domanda rivolta al ministro della Salute dalla interrogazione del Gruppo del Pd alla Camera che sarà discussa domani al question time.

Alcuni provvedimenti riguarderanno direttamente i cittadini, come il taglio delle prestazioni specialistiche non necessarie (nel linguaggio tecnico: “non appropriate”), il cui elenco è in via di definizione da parte dei tecnici del ministero della Salute assieme ad altre otto istituzioni - fra le quali l’Aifa, la Ragioneria Generale dello Stato, la Banca d’Italia e la Consip.

Si è parlato anche di sanzioni contro i medici che “elargiscano” con troppa facilità analisi e controlli. Il ministro Lorenzin chiarisce: "Le prescrizioni inutili costano ogni anno 13 miliardi di euro, comunque nel ddl enti locali non sono previste norme sanzionatorie, ma solo misure di buon senso. Attiveremo - avverte il ministro - dei protocolli consultando le società scientifiche e qualora si “sgarri” dalle regole così elaborate per una corretta prescrizione diagnostica, ci potrebbero essere sanzioni, ma assolutamente sostenibili".

Il medico in pratica potrà evitare le sanzioni sul salario accessorio in caso di prescrizioni inappropriate motivando le proprie decisioni. È quanto precisano fonti del ministero della Salute in merito alla norma prevista nel dl Enti locali. La sanzione al medico potrà essere però irrogata solo previo contraddittorio con l’azienda sanitaria competente. Ciò significa, rilevano le fonti ministeriali, che il medico potrà dimostrare di non meritare la sanzione e dare le proprie ragioni spiegando le decisioni prese.

I medici dell’Anaao Assomed, il maggiore sindacato della dirigenza medica pubblica, sono pronti alla mobilitazione nazionale e chiedono una alleanza con i pazienti e i cittadini per salvaguardare il servizio pubblico. "Tagliare 10 miliardi alla sanità, senza applicare i costi standard, significa dichiarare guerra alle Regioni virtuose, alla Lombardia in primo luogo, e alla guerra noi risponderemo con la guerra", ha commentato infine il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel rispondere a una domanda dei cronisti sul piano del Governo per i risparmi sulla sanità.