Sansa sfida Toti. Liguria contesa tra 2 giornalisti. Come anticipato da Affari - Affaritaliani.it

Politica

Sansa sfida Toti. Liguria contesa tra 2 giornalisti. Come anticipato da Affari

di Antonio Amorosi

Il fallimento della politica e di Matteo Renzi. A Dicembre lo avevamo anticipato: in Liguria la sfida è tra i due giornalisti, dati con 7 punti di distacco

Come anticipato in esclusiva da Affaritaliani in lizza per la Regione Liguria c’è Ferruccio Sansa, il giornalista de Il Fatto quotidiano esperto di cementificazioni selvagge e scandali liguri, che a settembre sfiderà Giovanni Toti, ex giornalista del gruppo Mediaset e governatore in carica. La partita con Sansa è aperta. In un sondaggio di alcune settimane fa Sansa veniva dato 7 punti percentuali sotto Toti, e Sansa non era neanche ufficialmente candidato.  

 

 

Intanto un milione e mezzo di liguri, sono in ginocchio non solo per il Covid ma per il disastro delle infrastrutture locali. Il crollo del ponte Morandi e i suoi 43 morti sono solo il picco di uno stato d’emergenza permanente che dalla viabilità ricade sul consumo del suolo e sull’economia, vedi la costante delle alluvioni che ogni anno flagella la regione. Negli ultimi giorni la situazione è addirittura peggiorata sui tratti di autostrade locali per l’aumento dei volumi di traffico dovuti al post lockdown. I lavori sono una costante. E con le strade paralizzate i Tir non riescono a raggiungere il porto di Genova. Il colosso mondiale di spedizioni e logistica Cosco ha invitato i propri clienti ad andare altrove: “caos mai visto”. Il direttore generale di Cosco Shipping lines Italy, Marco Donati, a Il Sole 24 Ore: ″È la prima volta che ci troviamo a gestire una simile emergenza, con i camion che non riescono a entrare nel porto, con il casello di Genova Ovest bloccato nelle ore cruciali, con i container fermi da giorni sui piazzali perché il cliente non può ritirarli e con i terminalisti che non fanno sconti ma al contrario intendono essere pagati anche se il container resta fermo per cause di forza maggiore. Quello che sta accadendo a Genova è molto pericoloso, perché se un cliente è costretto a spostarsi altrove, non è scontato che in futuro possa tornare indietro". La Cosco è presente a Genova dal 1963.

 

Ma il caso infrastrutture non è il solo. La richiesta di un rinnovamento che vi era dietro la vittoria del centro-destra di Giovanni Toti 5 anni fa non ha portato i profondi cambiamenti attesi, oltremodo difficili in una situazione esplosiva.

L’Inps a novembre 2019 ha confermato che la percentuale di crescita dell’uso della cassintegrazione in Liguria supera il Sud Italia. Nel periodo gennaio-ottobre 2019 il confronto col 2018 porta un +126,48% di ore (a Sud è stato di media di +83,04%). Le crisi industriali locali si sono poi accavallate. Prima fra tutte quella di Piaggio Aerospace, che ha visto scattare a giugno l’integrazione al reddito per 1.021 lavoratori. E poi c’è l’erogazione del sussidio per i 280 lavoratori ex llva (c’è uno stabilimento a Genova) non assunti da ArcelorMittal. 

 

Poche ora fa l’investitura ufficiosa di Sansa, da Pd, Leu e M5S. Un lavorio che è durato, tra summit, rinvii, accelerazioni e rotture locali e nazionali più di 6 mesi. Resterebbe fuori Italia viva che con Matteo Renzi ha provato in ogni modo ad opporsi, portando in campo il professor Aristide Fausto Massardo.Appena spuntato, il nome del giornalista de Il Fatto Quotidiano è stato accerchiato dai burlandiani, cioè dagli uomini vicini all’ex governatore Pd Claudio Burlando, uno dei leader che da decenni detta l’agenda politica locale. Ex ministro delle Infrastrutture con Romano Prodi, ex governatore dalla Regione dal 2005 al 2015, ex sindaco e vicesindaco di Genova, Burlando è considerato da Sansa uno dei principali responsabili della crisi e che ha plasmato la classe politica locale. Burlando legatissimo al suo ex assessore Raffaella Paita, confluita in Italia Viva di Renzi, a questo punto risulta sconfitto e con lui Renzi che poche settimane fa disse: “Se il movimento Cinquestelle, senza alcuna polemica personale sul nome, insiste con Sansa, noi li lasciamo andare con tanti auguri, di buona fortuna”. Anche se la “barra dritta” sulla candidatura di Sansa sembra sia stata tenuta dell’ex ministro Pd, lo spezzino Andrea Orlando.

 

Ma la discesa in campo di un altro giornalista nella regione del Nord forse più martoriata è il segno della crisi profonda del corpo politico tutto. Il cittadino medio sa che vinca Tizio o vinca Caio poco cambierà nella sua vita quotidiana. Ormai è sempre più evidente che non esiste più nelle nostre società un punto di vista pubblico, una classe politica preparata alla gestione dell'amminstrazione e una consequenzialità tra programmi proposti in campagna elettorale e progetti poi realizzati.

 

Se su un versante i magistrati sono gli assi pigliatutto della scena pubblica (ora un po' appannati dopo lo scandalo Palamara) sull’altro i giornalisti sembrano i sostituti naturali dei politici. A sinistra come a destra, se per qualcuno questi termini hanno ancora un significato. Non a caso il centro-destra 5 anni fa per dare una speranza di rinnovamento preferì candidare governatore un giornalista come Giovanni Toti.