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Politica
Sardegna, Cdx a pezzi. Meloni contro la Lega. Salvini: "Così proprio non va"

Sardegna, maggioranza spaccata. Salvini litiga con Fitto. Meloni pronta a giocarsi la carta Europee

La vittoria di Alessandra Todde e della Sinistra in Sardegna ha portato ad una spaccatura nella maggioranza. La Destra non ha digerito la sconfitta di Truzzu ed è già partito il tutti contro tutti. Meloni adesso dovrà fare i conti con le sue stesse scelte. I leghisti in Sardegna sono sprofondati a percentuali di altri tempi e hanno poco da festeggiare. Ma, come sempre avviene, - riporta La Stampa - tutto può essere rapidamente relativizzato. E così Fratelli d’Italia sa già che da questa mattina sarà rimesso in discussione anche il no al terzo mandato. Il governatore leghista del Veneto Luca Zaia tornerà alla carica, puntando su un argomento che ha il suo peso: la credibilità dei candidati. E in fondo è lo stesso motivo che potrebbe spingere Meloni a superare gli ultimi dubbi sulla propria candidatura come capolista. per le Europee di giugno. Fonti a lei vicine sono convinte che alla fine sceglierà di correre, pure per non cadere in contraddizione con quanto sostenuto in questi mesi. E cioè che bisogna misurarsi con il consenso dei cittadini, anche quando si è alla guida del governo.

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La destra - riporta Repubblica - si prepara alla battaglia intestina. Salvini, sospinto dai suoi, imposta a tavolino una strategia di logoramento ben precisa. Con un’escalation che dovrebbe durare fino alle Europee. Il primo assalto sarà ovviamente lanciato sul terzo mandato, quello caro a Luca Zaia per ottenere la riconferma da governatore. Quello che Salvini ha preteso per settimane, inascoltato. Tra qualche giorno l’Aula del Senato deve esprimersi sull’emendamento padano. Palazzo Chigi ha già deciso come reagire: se la Lega non dovesse frenare, il governo metterà la fiducia sull’intero provvedimento, impedendo che i senatori del Carroccio possano esprimersi. Uno schiaffo, una sfida al cuore del Carroccio. In Cdm volano parole pesanti, davanti ai colleghi dell’esecutivo. Salvini - prosegue Repubblica - imputa al fedelissimo di Meloni Fitto di aver finanziato alcune opere del Pnrr tagliando i progetti di ponti, strade e ferrovie, a lui cari da ministro delle Infrastrutture. Alla fine, Salvini lascia la sala prima del tempo. "Così non va, proprio non va", si infuria. Distanze sul merito, certo. Ma è ovviamente la politica a guidare. E a far prevedere che la battaglia, nel centrodestra è appena cominciata.






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