Politica

Sardine: "La nostra è una rivolta pacifica, non faremo un partito"

“La forma stessa di un partito sarebbe un oltraggio a ciò che è stato e che potrebbe essere"

“Siamo una rivolta pacifica. Dare una cornice è come mettere confini al mare”. Nessun partito, perciò. In una lettera a Repubblica, i quattro fondatori del movimento della sardine ripercorrono la vita delle piazze dal 15 novembre in poi per dire che “in 30 giorni si sono riempite 92 piazze in tutta Italia, a cui si sono aggiunte 24 piazze estere, europee e statunitensi” e che “circa mezzo milione di persone sono uscite di casa, al freddo e sotto la pioggia, per dire che la loro idea di società non rispecchiava per nulla quella presentata dall’attuale destra italiana, quella stessa destra che non perde occasione per affermare di avere il popolo dalla sua parte”. E che la forza delle sardine “è collegare il virtuale al reale”, scrivono i quattro.Ma cos’è il movimento delle sardine?

I quattro animatori-fondatori scrivono: “Ci organizziamo in tavoli di lavoro geografici e scopriamo che l’integrazione è più facile a dirsi che a praticarsi”, tuttavia “nessuno è portatore di verità assolute e il dialogo, che passa dall’ascolto, è l’unica sintesi di quelle differenze che, contaminandosi, rimarranno tali anche dopo essersi confrontati”. Obiettivi? La risposta è che “ci diamo una strada comune: tornare nelle piazze, nelle strade, nei territori”.    

Andrea Garreffa, Roberto Morotti, Mattia Santori, Giulia Trappoloni sostengono che “l’Italia è nel mezzo di una rivolta popolare pacifica che non ha precedenti negli ultimi decenni. Chi cercherà di osteggiarla sentirà solo più acuto il fischio, chi tenterà di cavalcarla rimarrà deluso”. Quanto al futuro delle sardine, “la forma stessa di un partito sarebbe un oltraggio a ciò che è stato e che potrebbe essere. E non perché i partiti siano sbagliati, ma perché veniamo da una pentola e non è lì che vogliamo tornare. Chiedere che cornice dare a una rivolta è come mettere confini al mare. Puoi farlo, ma risulterai ridicolo”.