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Stipendi docenti, Valditara: "Assurdo dare 1500 €. Servono fondi da privati"

Il ministro: "Non si può pagare 1.500 euro un insegnante di matematica per una formazione dura, difficile, molto richiesta dalla società"

Stipendi docenti, Valditara: "La nostra grande sfida è trovare risorse nuove, che coinvolgano enti privati"

Il tema dell'importanza dell'insegnamento delle materie Stem per la formazione delle nuove generazioni e la loro centralità nell'innovazione del Paese è stato al centro del dibattito con il Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha partecipato all'incontro di PwC Italia del ciclo "Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa", una serie di 8 incontri con gli esponenti del mondo delle istituzioni, della finanza e dell'impresa, in collaborazione con il gruppo Gedi.

A proposito dell’allineamento della formazione alle richieste del mondo del lavoro, Valditara ha detto: "Il vero tema dello sviluppo è questo, anche per consentire ai ragazzi di trovare un lavoro che possa realizzarli. Ci sono moltissimi posti non coperti per mancanza di qualifiche. Agire sull’orientamento, informare famiglie e studenti sull’offerta del mondo del lavoro. Poi bisogna agire sul fronte delle qualifiche, consentendo alle scuole di dotarsi di professionisti tratti anche dal mondo delle aziende”.

"Dobbiamo anche tirar fuori i talenti, personalizzare l’apprendimento proprio per evitare una dispersione, per evitare che dei talenti possano sprecarsi. La piattaforma che sto preparando servirà proprio a questo".

L'alternanza scuola-lavoro

Poi è intervenuto sul tema dell’alternanza scuola lavoro: "Si tratta di qualcosa di fondamentale, in altri Paesi è addirittura prevalente in confronto alla formazione disciplinare. Voglio proporre di avere un elenco di aziende certificate. I tutor devono essere ben formati, i ragazzi non possono essere lasciati soli. Daremo anche buone pratiche sulle verifiche da fare prima che l’azienda e la scuola stipulino una convenzione”.

"L’alternanza scuola lavoro è una grande sfida. Dobbiamo far entrare nella nostra scuola il valore del lavoro, che è stato espulso. Un altro tema importante è quello delle soft skills, la capacità di organizzarsi, di lavorare in team. Tutte quelle competenze che consentono di inserirsi bene nel percorso lavorativo".

"Dobbiamo facilitare l’approccio alla matematica dei giovani. L’idea è quella di partire dalla realtà per arrivare all’astrazione. Un’altra grande sfida è la lotta alla dispersione scolastica. Ho creato una task force guidata da Ricci (Invalsi) per attuare azioni concrete per intervenire in quelle scuole dove la situazione è più grave. Rischiamo di perdere tantissimi giovani e di non appassionarli".

L'intelligenza artificiale non può sostituire l’apporto umano dei docenti

Sull’intelligenza artificiale: "Non dobbiamo averne paura, ma dobbiamo governarla. Sappiamo bene che cambierà la nostra società. Non possiamo tenerla fuori dalle scuole, significherebbe non formare i ragazzi al futuro. D’altro canto può rappresentare un rischio, soprattutto se non si formano i docenti a usarla. ChatGpt può essere utile ma può dare anche risultati paradossali se non viene intelligentemente impiegata".

"La scuola è innanzitutto formazione della persona, l’umanizzazione della didattica è imprescindibile. Il docente dovrebbe capire le potenzialità di questi strumenti, che però non possono sostituire i docenti".

"C’è una tradizione nella nostra scuola che punta molto sulle scienze umane. Dobbiamo anche lanciare un’altra grande sfida per trovare risorse per la scuola e per gli insegnanti. Un insegnante di matematica è pagato 1500 euro, per una formazione dura, difficile, che per la società è molto richiesta. Non è un salario competitivo. La nostra grande sfida è anche trovare risorse nuove, che magari coinvolgano enti privati. Il problema, però, non è solo italiano".

"Una delle missioni della scuola è anche la ricerca. Negli Istituti tecnici superiori si fa ricerca. Dobbiamo immaginare un percorso virtuoso che coinvolga la società e il mondo delle imprese. 124 euro in più per i docenti non è molto ma è l’aumento più alto negli ultimi tempi. Abbiamo messo 600 milioni di euro in più sulla scuola, abbiamo investito risorse. Questo però non basta, ci vuole uno sforzo da parte della società. La scuola deve essere la priorità".

Formare chi insegna sostegno

Valditara tocca anche il tema degli insegnanti di sostegno: "Sul sostegno deve insegnare solo chi ha un’adeguata formazione. Non si può fare come negli scorsi anni in situazioni di emergenza, quando anche laureati in giurisprudenza hanno insegnato sostegno. C’è anche il problema del numero di docenti di sostegno. Bisogna anche garantire la continuità educativa ai ragazzi con disabilità, che hanno una maggiore fragilità. Lanceremo un reclutamento che presupporrà una formazione adeguata, è questione di settimane".

Infine, una battuta sul merito: "La vera sfida è personalizzare l’istruzione e valorizzare i talenti di ciascuno, aiutando chi è in difficoltà".

Le reazioni dell'opposizione

"La scuola pubblica è la più importante infrastruttura del Paese, in questi tempi oggetto di una grande offensiva: dal governo Berlusconi che nel 2008 tagliò di netto 8 miliardi, l'istruzione pubblica è stata messa ai margini, svilito il ruolo di chi ci lavora e svilita la sua funzione di emancipazione. Un attacco che ha progressivamente guadagnato spazio in questi primi mesi di governo delle destre: dal nome del ministero dell’Istruzione e del merito, come se fosse difficile capire che quando separi il merito dalla parità di condizioni il merito si trasforma in privilegio; all'umiliazione come principio pedagogico; fino alla preoccupante lettera di Valditara alle famiglie sui mestieri che punta a tramutare lo spazio dello studio in un’agenzia di collocamento". Queste le parole di Nicola Fratoianni, segretario generale di Sinistra italiana e deputato dell'Alleanza Verdi-Sinistra, che ha presentato la proposta di legge di Sinistra Italiana "Promossa! per la scuola che vogliamo".

"Il tempo dello studio dovrebbe essere tempo sacro da mettere in sicurezza perché è il tempo in cui i giovani costruiscono il loro futuro. L’istruzione prende i bambini e le bambine dalla famiglia e li proietta in uno spazio corale che dovrebbe ridurre le diseguaglianze". Invece, per Fratoianni la scuola, baluardo della democrazia, è sotto attacco. Un attacco del quale "l'autonomia differenziata rappresenta il colpo finale ed è per questo che noi ci opponiamo a quel disgraziato strumento normativo".