Politica

Sinistra, Grasso leader (non la Boldrini). Pisapia? "Irrilevante"

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Accordo con il Pd? Solo se Renzi si fa da parte. Tradotto: nessun accordo


Appuntamento sabato 2 dicembre a Roma. Le anime della sinistra si ritrovano tra quindici giorni per lanciare la lista unitaria, il programma elettorale e soprattutto il leader e candidato premier. Che sarà il presidente del Senato Pietro Grasso. Mentre Piero Fassino prosegue i suoi colloqui su mandato della Direzione Nazionale del Partito Democratico, le forze a sinistra di Renzi vanno avanti dritte per la loro strada ignorando gli appelli all'unità di Veltroni e Prodi. Il 2 dicembre nascerà una formazione politica che riunisce i bersaniani di Articolo 1-Mdp, Sinistra Italia e Possibile di Pippo Civati. Un rassemblement aperto anche ai movimenti civici e a tutti quei gruppi che il 4 dicembre del 2016 si schierarono contro il referendum costituzionale. Il nome della lista non c'è ancora e nemmeno il simbolo. "Siamo al lavoro, sicuramente non ci sarà né la falce e il martello né la parola comunista", assicurano da Mdp.

Sul leader non ci sono dubbi. Grasso sarà front-man in vista delle elezioni mentre la presidente della Camera Laura Boldrini "darà un contributo, ma il leader è uno solo e lo abbiamo già deciso". E Pisapia? L'ex sindaco di Milano non scalda gli animi della sinistra tanto che, a microfono spento, affermano: "Se nei sondaggi vale l'1% vuol dire che è sovrastimato. Faccia quello che vuole, ma è pressoché irrilevante". Il rapporto con il Partito Democratico, infine, sembra ormai del tutto compromesso. "Noi facciamo la lista poi vediamo cosa fanno al Nazareno", spiegano da Mdp. La posizione è nota: radicale cambiamento del programma e delle priorità, partendo dalla revisione totale del Jobs Act e della Buona Scuola, e, conseguentemente, cambio di leadership. In sostanza, o Renzi si fa da parte e rinnega i suoi anni a Palazzo Chigi o niente alleanza. Tradotto: le due sinistre andranno al voto separate nonostante le belle parole di Prodi e Veltroni, lo sforzo di Fassino e la spinta di alcuni media verso l'unità. Ogni riferimento a Repubblica è puramente voluto.