Politica

"Stati Generali, c'è il rischio ovvietà. Conte sereno fino al voto. Poi..."

Di Alberto Maggi

Intervista di Affaritaliani.it al senatore Pierferdinando Casini

Si aprono gli Stati generali voluti dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sono un appuntamento utile per l'Italia o potevamo farne a meno?
"Domanda difficile".

Ma lei è un politico esperto...
"Mi auguro che servano a qualcosa perché nessuno può fare l'avvoltoio sul cadavere dell'Italia".

Quindi?
"Francamente ho qualche dubbio, ma mi auguro di essere smentito dai fatti".

Come?
"Spero che dagli Stati Generali escano le proposte sconvolgenti che tutti noi ci aspettiamo. Non vorrei che vada a finire come è stato con il documento messo a punto da Colao...".

Cioè?
"Colao ha realizzato un documento dove c'è tutto lo scibile umano: una parte di proposte divisive ma che sarebbero fondamentali per l'Italia, che nessuno mette nero su bianco, e una parte di ovvietà sulle quali sono tutti d'accordo. Non abbiamo assolutamente bisogno di ovvietà che conosciamo perfettamente, quello che serve è il coraggio di fare riforme anche divisive che possano rilanciare lo sviluppo e gli investimenti ridando fiato agli imprenditori".

Insomma, speriamo nell'arrosto e non nel fumo...
"Mi auguro che dagli Stati Generali non esca il solito decalogo delle buone intenzioni, ma, lo dico scherzando, spero che vengano fuori delle pessime intenzioni ma che siano utili a qualcosa".

Ormai la Fase 3 è partita, il premier Conte è saldo a Palazzo Chigi o vede ancora qualche fragilità all'interno della maggioranza?
"In questo momento nessuno ha voglia di crisi di governo, almeno fino alle elezioni regionali Conte ha uno spazio temporale per poter dare risposte al Paese e governare con relativa tranquillità. Però questa tranquillità è limitata ed è soprattutto direttamente proporzionale ai risultati in termini economici".

Se a settembre la situazione fosse ancora molto negativa che cosa accadrà?
"Se le cose dovessero mettersi male Affaritaliani.it mi farà un'altra intervista perché non mi va oggi di fare l'avvoltoio sulle spalle dell'Italia".