Politica
"Su AstraZeneca caos dall'inizio. I soldi per montagna e sci ci sono"
Vaccini e Decreto Sostegno, intervista di Affaritaliani.it al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio
"Il punto non è capire chi ha o aveva ragione e chi no. Noi con un'azione cautelativa abbiamo isolato un lotto AstraZeneca, poi non spetta alla Regione dare l'autorizzazione o bloccare un vaccino. Di fronte a una situazione specifica abbiamo fatto un'azione cautelativa sospendendo la somministrazione di un lotto specifico AstraZeneca per poi metterlo subito a disposizione dell'Aifa per le verifiche del caso". Con queste parole il presidente del Piemonte Alberto Cirio commenta con Affaritaliani.it lo stop dell'Aifa al vaccino AstraZeneca in Italia. "Dopo il nostro intervento è seguita una disposizione della procura di Biella che ha operato sequestri in tutta Italia, poi c'è stato il provvedimento dell'Aifa".
Qual'era il problema di quel lotto che avete sospeso? "Non spetta a me stabilirlo, ma quando ci sono situazioni di dubbi si attiva la commissione farmacologica regionale di sorveglianza e si chiede l'intervento dell'Aifa. A titolo cautelativo abbiamo messo da parte quel lotto, quando Aifa ci dirà che cosa fare torneremo a utilizzarlo o meno. Anche se a intervenire, più che l'Aifa, deve essere l'Ema visto che si tratta di una decisione europea", spiega il Governatore piemontese.
"A questo punto - sottolinea Cirio - è necessario che l'Ema faccia chiarezza una volta per tutte su un tema confuso fin dall'inizio. Ricordo che ci hanno detto che il vaccino AstraZeneca andava usato fino ai 55 anni, poi dopo quindici giorni fino a 65 anni, successivamente hanno detto che potevano farlo tutti. Questo clima di incertezza genera sfiducia e non possiamo permettercelo visto che le vaccinazioni sono l'unica arma per uscire dalla pandemia. Attendiamo il verdetto dell'Ema di giovedì, sarà una decisione che non varrà solo per il Piemonte e l'Italia, ma per la Germania, la Francia e tutta l'Unione europea. C'è bisogno di chiarezza estrema".
Per quanto riguarda gli inndezzi agli operatori della neve e dello sport invernale, Cirio annuncia: "Ho avuto notizia da Roma che nel Decreto Sostegno ci sono le risorse per la montagna e c'è anche la volontà di coinvolgere le Regioni nella gestione di questi fondi. Decisione giusta, visto che la neve riguarda un pezzo di Italia e non tutto il Paese. Sono stato poi colpito positivamente dal ministro Garavaglia che ha aperto il Recovery Plan agli investimenti nel campo sciistico, i cossidetti 'ferri', ovvero funivie, seggiovie, etc. Il rischio reale era che Francia e Austria, che avevano già aperto il Recovery agli investimenti nelle stazioni sciistiche, avessero impianti nuovi e noi in Italia fermi al 2006".
Cirio aggiunge: "Ora un'interlocuzione con Roma c'è ed è continua, con il governo di prima era assente. Capisco i tempi tecnici di un nuovo governo ed è normale che sia passato un mese dallo stop allo sci. Ma è molto importante che le risorse ci siano per la montagna e che le Regioni partecipino nell'erogazione dei fondi, in questo modo si possono fare interventi certamente più rapidi. Il Piemonte, grazie a Garavaglia, manderà a Draghi le sue richieste per il Recovery Plan che includono gli impianti sciistici, prima ci era precluso. E ricordo che gli impianti non si usano solo in inverno ma anche in estate, grazie soprattutto alla bici elettrica, la più grande invenzione che il turismo abbia visto negli ultimi dieci anni e che consente di abbattere la componente atletica. Tutti possono fare bici, soprattutto in montagna, al di là dell'età e della condizione fisica", conclude il presidente del Piemonte.