Politica

Tasse, taglio dell'Irpef al ceto medio ed estensione della flat tax. Tutto rinviato al 2026. Chigi e Mef impongono il rigore

"Quest'anno non ci sono i soldi". Esclusivo

Di Alberto Maggi

L'Italia al momento tra i grandi Paesi Ue è quello politicamente più stabile e lo si vede nello spread che resta costantemente basso. Un bene per i titoli di Stato e le casse pubbliche, ma...


"Quest'anno non ci sono i soldi". Secco e lapidario il commento di un massimo esponente del governo Meloni alla domanda di Affaritaliani.it se nel corso nel 2025 ci sarà o meno il taglio delle tasse per il ceto medio, ovvero la riduzione dell'aliquota fiscale dal 35% al 33% fino a 50 o 60mila euro e l'estensione fino almeno a 100mila euro della platea dei beneficiari della flat tax. Erano due cavalli di battaglia di Forza Italia, l'Irpef, e della Lega, la flat tax, nel dibattito sulla Legge di Bilancio che si è chiuso a fine 2024.

La promessa, soprattutto da parte degli azzurri, era quella di tornare alla carica nei primi mesi di quest'anno e di trovare le risorse per dare un segnale anche al cosiddetto ceto medio che non ha avuto finora alcun beneficio fiscale. E invece niente da fare. La misura, solo quella dell'aliquota Irpef, costa circa 4 miliardi di euro e si arriva a 6 con l'estensione della flat tax. Ma il contesto internazionale con la crisi sempre più profonda dell'economia tedesca, legata alle incertezze politiche con le elezioni per il Bundestag del 23 febbraio, e anche l'instabilità francese, altro grande Paese europeo, spingono Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia alla massima prudenza. Non si possono prendere rischi.

L'Italia al momento tra i grandi Paesi Ue è quello politicamente più stabile e lo si vede nello spread che resta costantemente basso. Un bene per i titoli di Stato e le casse pubbliche, ma ha pur sempre un debito enorme e impegni ben precisi da rispettare con Bruxelles sul rientro graduale ma senza tentennamenti dal deficit e dal debito stesso. E quindi queste misure, forse anche grazie a una nuova rottamazione delle cartelle che si farà nei prossimi mesi, verranno valutate e semmai inserite nella prossima manovra economica e quindi da gennaio 2026. Ma per quest'anno niente. Appunto, "i soldi non ci sono".

Leggi anche/ Dis, Elisabetta Belloni esce allo scoperto: "Ecco tutta la verità sulle mie dimissioni" - Affaritaliani.it