Politica

Terremoto, Renzi e l'ambiente: "Casa Italia" non funziona

Caro Renzi, ecco perché "Casa Italia" non funziona

Di Giuseppe Vatinno

Il nuovo terremoto di ieri lungo la dorsale dei monti sibillini ripropone un tema delicato ed antico che ad ogni disastro torna d'attualità ma inutilmente: e cioè la fragilità del territorio italiano declinata in chiave geologica.
Tralasciamo, data l'emergenza, la problematica relativa al dissesto idrogeologico che però si riproporrà puntualmente alle prime piogge autunnali e concentriamoci sulle misure preventive dei terremoti.

In queste ore stiamo assistendo al solito balletto degli esperti che ci dicono che l'Italia "non è i l Giappone" perché i nostri borghi medievali sono unici ed irripetibili sia per cultura che arte.

Vero.
Come è vero che i centri delle nostre città, compresa (e soprattutto) Roma, sono un dedalo di piccole vie e di palazzi attacchi con pochissima distanza l'uno dall'altro.

Anche questo è vero.
Tuttavia le misure per intervenire sui borghi storici e sui palazzi antichi ci sono; sono misure di ingegneria edile ben note.

Ad ogni nuovo sisma riesce il discorso del "fascicolo di fabbricato" che dovrebbe garantire la stabilità strutturale degli edifici (il 70% non ha alcun criterio antisismico). Tuttavia, come avviene per il caso del dissesto idrogeologico, dopo i primi entusiasmi e proclami tutto finisce in una bolla di sapone in attesa del prossimo sisma e dei relativi disastri.

Cosa fa dunque il governo per quella che è la principale emergenza strutturale dell'Italia?
Intanto fa sfollare il Ministero degli Esteri e non molti altri ministeri ben più a rischio (tra cui proprio quello dell'Ambiente in un edificio quasi fatiscente sulla Cristoforo Colombo).

A Palazzo Chigi c'è un intero dipartimento, "struttura di missione", dedicato al dissesto idrogeologico ed è diretto da un fedelissimo, fiorentino, del premier Matteo Renzi, e cioè Mauro Grassi

http://italiasicura.governo.it/site/home/italiasicura/persone/articolo76.html

Ad ottobre 2015 c'era stato un roboante annuncio sulla creazione di cento cantieri (un po' come i la campagna dei "cento fiori rossi" di Mao) contro le emergenze ma poi non se ne è saputo più nulla:

http://www.governo.it/articolo/dissesto-idrogeologico-palazzo-chigi-il-al-piano-di-oltre-100-cantieri-contro-le-alluvioni

Salvo che ad ogni nuova pioggia ricomincia il mantra. Vista la latitanza e la sostanziale inconsistenza operativa di "Casa Italia" che Renzi volle dopo il sisma di agosto e che è coordinata da Giovanni Azzone rettore del Politecnico di Milano perché a questa "struttura di missione" idrogeologica di Palazzo Chigi non viene affiancata o meglio ancora integrata un'analoga struttura di missione per i terremoti che sostituisce Casa Italia?

Oppure dobbiamo assistere impotenti alle catastrofi di ogni nuovo sisma che negli altri Paesi, quelli civili, alla stessa magnitudine non provocano danni?

Cosa fa concretamente l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)? È integrato con Palazzo Chigi?
Non sarebbe il caso di creare una vera task force sui terremoti con il Ministero dell'Ambiente (Galletti) e con quello delle Infrastrutture (Del Rio) per agire tempestivamente?

Oggi, ad esempio, si è tenuto a Roma un Convegno (gli "Stati Generali" che proseguiranno a Rimini a novembre) con il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti e l'ex ministro sempre dello stesso dicastero Edo Ronchi sullo stato della green economy che è un argomento ben noto e consolidato e su cui si è avviata da anni una florida filiera economica anche nel terziario e che ha avuto anche eccessi speculativi sugli incentivi alle rinnovabili che molto hanno interessato anche la malavita organizzata.

Perché non si parla invece di terremoti e prevenzione con la stessa enfasi (sperando, grazie ad un controllo serrato, che in futuro non avvengano anche in questo settore speculazioni)?

Se l'inerzia è un problema è di ritorno economico, ci sono opportunità per mettere in moto un meccanismo virtuoso. 

Magari è ora che chi ha prosperato per decenni sulla green economy (un tema in sé comunque importante) si riconverta; costa fatica e impegno, ma serve all'Italia e non si può vivere eternamente di rendita.
Ed allora che aspetta il premier Renzi a farlo? L'Italia e gli italiani sono stufi di essere sottoposti ad inutili rischi per inerzia o superficialità.

Il costo della macchina amministrativa è molto elevato e occorre vedere risultati altrimenti è meglio azzerare tutto e ripensare l'intera struttura rendendola più agile e snella e soprattutto efficace e concreta sull' azione nei territori a rischio.