Politica
Trenta bocciata dalla Corte dei Conti: "La sua consigliera non ha i requisiti"

"Consigliera senza requisiti", la ministra Trenta bocciata dalla Corte dei Conti
La ministra della Difesa Elisabetta Trenta non ha rispettato la procedura di controllo e la legge quando ha scelto il consigliere giuridico. Lo riporta il Corriere della Sera spiegando che questa è l’accusa della Corte dei conti che ha bloccato il decreto firmato nel giugno scorso. Il 20 giugno, Trenta designò Mariateresa Poli specificando nel provvedimento che è stata «un magistrato ordinario e attualmente è magistrato militare fuori ruolo». Secondo la legge il decreto deve essere trasmesso alla Corte dei conti per fornire il visto e dare il via libera. La procedura deve essere svolta subito ma, a leggere la decisione dei giudici contabili, ciò non è avvenuto.
La prima contestazione sulla nomina del consigliere giuridico da parte di Elisabetta Trenta riguarda i tempi. «Si rileva la tardività sia della trasmissione (non in linea con le tempistiche delle moderne tecnologie informatiche di inoltro, né compatibile con fisiologici tempi procedurali del controllo preventivo di legittimità) sia soprattutto della nomina, effettuata con decorrenza dal giorno stesso del conferimento, richiamando l’attenzione sul fatto che il decreto, titolo che legittima l’esercizio delle funzioni, non può esplicare — salvo eccezionali ragioni di urgenza, da motivare in modo specifico — effetti prima dell’apposizione del visto», scrivono i giudici della Corte.
La contestazione principale però è un'altra. La ministra Trenta avrebbe designato una persona che non poteva ricoprire quell’incarico perché è la legge a vietarla. Secondo i giudici proprio perché si tratta di un magistrato militare «non possiede i requisiti professionali e di carriera tassativamente richiesti dalla legge secondo cui il consigliere giuridico deve essere scelto tra i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati dello Stato, consiglieri parlamentari, nonché docenti universitari e avvocati». Viene osservato che «un magistrato militare è sottoposto al controllo del ministro della Difesa e dunque non può essere il consigliere perché la sua posizione di soggetto “vigilato” attenua, se non preclude, la sua necessaria indipendenza rispetto al ministro». E comunicano di aver deciso di «trattenere il decreto in attesa dei chiarimenti che l’amministrazione vorrà eventualmente fornire, avvertendo che decorsi 30 giorni si procederà allo stato degli atti».
'Nei prossimi giorni il collegio si riunirà proprio per comunicare l’esito della valutazione dopo aver esaminato la replica della titolare della Difesa, anche se appare scontato che si debba arrivare alla sostituzione - racconta il Corsera - E in questo caso il rischio forte per la stessa Trenta è di essere chiamata a risarcire i danni erariali provocati da quella nomina. Una grana per i 5 Stelle che hanno sempre proclamato il rigore nella selezione dei collaboratori e soprattutto l’osservanza delle regole'.