Politica

Tutta la verità su decreto Genova. Nessun condono ma è un disastro sui fanghi

Antonio Amorosi

Tutti attaccano Toninelli per il decreto Genova. Ma cosa prevede davvero? Siamo andati a vedere. Nessun condono edilizio su Ischia ma c'è un disastro sui fanghi

Cosa c'è davvero nel decreto Genova, del ministro alle Infrastrutture dei 5 Stelle Danilo Toninelli, nell'ultima versione interpretata, corretta e approvata il 15 novembre scorso?

Siamo andati a leggerla. Ecco un breve sunto delle parti più controverse, frutto del confronto tra tutte le analisi e chiavi interprentative dei due rami del parlamento e degli esperti di settore. 

 

LE PARTI PIU' PROBLEMATICHE DEL DECRETO GENOVA-TONINELLI

 

NESSUN CONDONO MA RESTA IL RIFERIMENTO ALLA LEGGE DEL 1985. RICADE SUI COMUNE LA DECISIONE DI SANARE O MENO

Si è deciso che entro 6 mesi i tre Comuni colpiti dal sisma dell'isola di Ischia, e parliamo di Casamicciola, Lacco Ameno (400 abitazioni interessate) e Forio, dovranno chiudere le pendenze ancora aperte sugli edifici per i quali è stata richiesta una sanatoria (art. 25 del decreto Genova). Il tutto utilizzando anche la norma del 1985 che al tempo consentiva il condono edilizio e non solo le più restrittive normative del 1994 e del 2003. Non potranno comunque essere sanati gli immobili ubicati in aree sottoposte a vincoli di inedificabilità assoluta (art. 33 della legge n°47/1985).

Si accelera così sulle risposte che dovranno dare i Comuni. I proprietari che hanno ricevuto condanne penali definitive non potranno aderire alla sanatoria. 

Se il Comune accetta la sanatoria fa si che il singolo edificio abbia diritto al contributo pubblico per ricostruire. Contributo che non vale per gli aumenti di volumetria.

La norma del 1985 consente di sanare case costruite anche in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, idrogeologico e culturale. A detta degli estensori del decreto la conformazione di Ischia, la vetustà degli edifici e il loro numero imponeva di passare da questa strada. Viste però le dinamiche dei Comuni, soprattutto i più piccoli, che “sono sensibili”, soprattutto per la parte politica, all'acquisizione del consenso dei propri cittadini, sarebbe stato meglio demandare tale decisione ad un ente terzo. Ma senza allungare i tempi. Questione però non semplice. Da qui probabilmente la scelta di far ricadere la decisione sui Comuni già investiti dalla richiesta.

 

IDROCARBURI DEI FANGHI INDUSTRIALI (ANCHE CANCEROGENI) NEI TERRENI. GLI SVERSAMENTI AUMENTANO DI 20 VOLTE 

Viene aumentato il limite per gli idrocarburi (anche industriali, anche cromo esavalente e arsenico) che si possono sversare nei terreni (l'art. 41). Passano da 50mg a kg a 1.000mg a kg di terreno. Il meccanismo non è applicabile per i terreni agricoli per i quali valgono i vecchi parametri. Modifica questa che è apportata alla versione iniziale del decreto. (Sono sufficienti circa 13,8 grammi di arsenico per uccidere un uomo di corporatura media).

La scienza non dà certezze sugli effetti degli idrocarburi sulla nostra salute, tanto meno a lungo termine. Certo è che alcune di queste sostenze, anche presenti in lieve quantità, sono cancerogene. Questo dovrebbe essere sufficiente a far scattare il principio di precauzione. 

Non si comprende ancora chi debba eventualmente bonificare i terreni in cui si sversa. Tanto meno che senso abbia inquinarli. E chi andrà a controllare cosa contenga un terreno quando da non agricolo diventa coltivabile (non parliamo di terreni dedicati alle agricolture bio ma alle agricolture ordinarie per le quali non vi sono controlli significativi). 

Si è parlato di una decretazione di urgenza, viste le tonnellate di fanghi accumulate nell'ultimo anno soprattutto nelle regioni del Nord e che hanno fatto sfiorare il disastro ambientale per l’accumulo nei depositi di stoccaggio dei fanghi industriali. La sovrapposizione di sentenze della magistratura e di interventi normativi d’urgenza, come la delibera della regione Lombardia, poi annullata dal TAR, per un livello di idrocarburi nei fanghi 10 volte superiore a quello contenuto nel decreto, hanno ulteriormente complicato il quadro (nella delibera lombarda, governo Maroni, gli idrocarburi erano 10.000 mg su kg contro i 1000 del decreto Genova). 

Il ministro dell'ambiente Sergio Costa ha spiegato che la sua intenzione era modificare il testo per renderlo più coerente con le esigenze di tutela della salute, ma i tempi erano stretti ed è stato necessario trovare un accordo all’interno della maggioranza per potere superare l’emergenza. Il Ministero ha dichiarata di essere al lavoro su un nuovo decreto più restrittivo.

Costa ha anche spiegato che è stato approvato lo schema di decreto predisposto in precedente dal ministro del governo Gentiloni, Gian Luca Galletti, che aveva esattamente il limite di 1000mg. 

 

DECRETO GENOVA. DANILO TONINELLI. MAFIA, NOVITÀ IN PARTE POSITIVE 

Prima dell'approvazione è stata eliminata la deroga alle norme antimafia, prevista nella stesura iniziale del testo. Forse per ingenuità o per uno scherzo di qualche funzionario la formulazione iniziale indicava che gli affidamenti di eventuali lavori non dovessero essere mai in violazione delle sole norme penali. Questo prevedeva la possibilità di violare le discipline extrapenali, come nel caso delle interdittive antimafia e simili. Ad esempio: delle imprese malavitose fanno capo a dei prestanome incensurati ma sono in realtà controllate da un clan. 

Nella prima versione del decreto l'interdittiva non aveva più valore. L’interdittiva è una complessa procedura che permette ai Prefetti di escludere un'azienda, pur dotata di adeguati mezzi economici e organizzativi, e costituisce uno dei principali strumenti di contrasto al coinvolgimento di organizzazioni criminali nell’ambito dei rapporti economici tra Pubblica Amministrazione e privati. Nel decreto non è però stato inserito alcuno specifico riferimento all'applicazione di tali norme anche nell'ambito dei noli a caldo e/o a freddo. Per il nolo (noleggio di mezzi nei cantieri o nei lavori) non si applicano le regole degli appalti.

 

LE PARTI PIU' POSIVITE DEL DECRETO GENOVA-TONINELLI. LA RICOSTRUZIONE DEL PONTE 

Il decreto delinea la figura del commissario straordinario per Genova, (con la pubblicazione in Gazzetta della legge di conversione sarà ufficializzata la nomina del sindaco di Genova Marco Bucci) specificando che rimarrà in carica per 12 mesi, rinnovabili per non più di un triennio. In seguito verranno nominati i 20 componenti della struttura commissariale che affiancherà Bucci.

Come nel testo originario i poteri del Commissario sono vastissimi, con possibilità di deroga a ogni norma di legge extrapenale, ma dovrà rispettare il Codice Antimafia, con procedure accelerate per il rilascio del certificato antimafia da parte delle Prefetture, da stabilire con decreto del ministro dell’Interno entro 15 giorni dalla legge di conversione.

Le spese per la ricostruzione del nuovo ponte in Val Polcevera saranno a carico di Autostrade. Sono stati stanziati 30 milioni l'anno fino al 2029, in caso la società privata non dovesse rispettare l'impegno o ritardare i pagamenti. Sono stati stanziati in tutto 234 milioni di euro, di cui 60 di esenzioni fiscali, 20 per sostegno al Tpl (trasporto pubblico locale), 20 per la nuova zona franca urbana e 35 per il sostegno alle imprese danneggiate.

La zona franca di Genova è una modalità per garantire il sostegno alle imprese che hanno avuto difficoltà economiche a causa del crollo. Sono previsti anche aiuti sul fronte della tassazione per i cittadini del capoluogo ligure e in particolare a chi ha perso la casa o ha dovuto abbandonarla. Benefit e interventi anche per la zona del porto. 

"Imprese e liberi professionisti con sede nella zona rossa e che possano dimostrare un calo di fatturato specificato, potranno avere un contributo fino a 200.000 euro, per un tetto massimo di 10 milioni per il 2018. Ci sono poi esenzioni fiscali e procedure semplificate per le aziende della cosiddetta zona logistica speciale attorno a porto e retroporto", ha spiegato il ministro Toninelli.

In basso alcuni meme diffusi in rete dopo l'approvazione della legge e l'esultanza del Ministro Toninelli.

 

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