Virginia Raggi assolta. Una vittoria per il m5s, un ostacolo per la Lega
L'assoluzione della sindaca rafforza i grillini ma stronca le mire di Salvini sulla Capitale, acuendo gli attriti fra i due alleati di governo
Virginia Raggi assolta: lo scenario più favorevole per la sindaca romana e per tutto il Movimento 5 Stelle potrebbe rivelarsi un grande ostacolo per l'alleato di Governo, ovvero la Lega.
Sono note ormai le mire di Matteo Salvini sulla Capitale, e in un momento in cui il Carroccio si attesta secondo gli ultimi sondaggi di Index Research al 32,9% e il M5s al 26,3%, la condanna della Prima Cittadina pentastellata e le sue eventuali dimissioni avrebbero avvicinato l'espugnazione dell'Urbe Eterna da parte della Lega.
L'assoluzione annunciata poco fa, invece, rafforzerà necessariamente la posizione dei grillini nell'Esecutivo e, ostacolando di fatto la corsa leghista verso la poltrona di sindaco di Roma, potrebbe finire per acuire gli attriti tra i due alleati, già piuttosto ai ferri corti per mille altri motivi.
Tirando le somme, in caso di condanna della Raggi sarebbe stato favorito il Carroccio e svantaggiato il M5s, viceversa in caso di assoluzione avvenuta. Assoluzione che, tuttavia, potrebbe esacerbare ancor di più gli animi già esasperati dei leghisti di Governo - oggi forti di consensi più ampi dei grillini - nel veder allontanarsi il miraggio capitolino, accelerando il processo di disgregazione dell'alleanza giallo-verde, da molti osservatori vista già alquanto pericolante e funzionale esclusivamente alla propaganda per le prossime elezioni europee.
Da qualunque parte avesse gravato il giudizio della Magistratura su Virginia Raggi, Roma sarebbe stata comunque il pomo della discordia tra le due rampanti forze politiche, sia nella Capitale sia a maggior ragione nell'Esecutivo, e se è vero quel detto secondo il quale occorre stare attenti a ciò che si desidera, mai lo è stato tanto fondatamente come in questo caso specifico. E se ciò vale per la Lega, per il M5s la questione è ancora più cruciale, poiché, a conti fatti, mantenere le redini di Roma oggi potrebbe significare in ultima analisi perdere il Governo in un futuro neanche tanto lontano.