Politica
Virginia Raggi cerca di sfruttare il Gay Pride ma da Sindaca non se lo filava
“Virginia la furba” la si potrebbe chiamare ma non è certo una novità: ecco le tante giravolte della Raggi sui diritti civili
Virginia –come riporta RomaToday- cominciò il 2 giugno 2016 quando ad un evento Lgbtq+ alle Tre Fontane organizzato dal Gay Village diede buca alla sua partecipazione pur essendo stata invitata in campagna elettorale al dibattito.
La comunità se la prese molto ma la Raggi fece finta di niente e così disertò anche alle altre edizioni successive del Gay Pride con la motivazione di “altro impegno istituzionale”, una motivazione che spesso si usa quando non si vuole fare qualcosa che potrebbe essere compromettente.
Nel 2018 ci furono molte polemiche perché la Sindaca mandò come al solito Bergamo ma l’attivista Imma Battaglia sbottò: "Non si è mai capito che posizione abbia la Sindaca e il M5S sui diritti Lgbtq+ -. Inoltre, ogni anno invito tutti gli esponenti del Movimento al Gay Village, anche questa volta, ma nessuno viene e nemmeno si degnano di una risposta".