Politica

Virginia Raggi cerca di sfruttare il Gay Pride ma da Sindaca non se lo filava

Di Giuseppe Vatinno

“Virginia la furba” la si potrebbe chiamare ma non è certo una novità: ecco le tante giravolte della Raggi sui diritti civili

Ma allora, il “Movimento” era al potere a livello nazionale con la Lega e c’era il governo giallo – verde; così la Raggi pensò bene di non generare problemi a Matteo Salvini e a Luigi Di Maio e quindi adottò la solita tecnica di fare finta di niente e di non filarsi nessuno facendo la scelta che più le conveniva.

Il 2018 fu anche l’anno in cui la Raggi non trascrisse l’atto di nascita di una bambina figlia di due mamme come invece la sua collega Chiara Appendino aveva fatto a Torino. Mentre nel 2016, quando c’era al governo Matteo Renzi, si precipitò a trascrivere la prima unione civile di una coppia omosessuale maschile e la Raggi così li salutò: "Benvenuti, vi vedo emozionatissimi e giustamente, è un momento importante. Nasce una nuova coppia e una nuova famiglia".

Un’altra giravolta perché evidentemente allora le conveniva essendoci la sinistra al governo. Neppure nel 2021 la Raggi partecipò al Roma Pride ma quella volta non le servì a nulla l’ennesima piroetta in campagna elettorale perché comunque i romani la punirono duramente per la sua gestione di Roma e la fecero classificare all’ultimo posto tra i candidati sindaci.