Legalitria, premiati il coraggio
e il giornalismo d'inchiesta
Concluso tra emozioni, commozioni e premiazioni 'Legalitria' il primo grande festival mai organizzato in Puglia sulla diffusione della Cultura della Legalità.
Con la commozione nel cuore e le lacrime agli occhi, si è conclusa la prima edizione di “LegalItria”, il primo grande festival mai organizzato in Puglia sulla diffusione della Cultura della Legalità, grazie alla collaborazione tra Radici Future, Regione Puglia, Città Metropolitana di Bari, Comune di Locorotondo e Comune di Fasano.
“Sono tante le persone che voglio ringraziare: quelle vive, che ci hanno sostenuto e quelle uccise dalle mafie pugliesi, di cui sosterremo la memoria in tutte le edizioni”, ripete Leonardo Palmisano presidente di Radici future, “Ringrazio i Comuni di Fasano e di Locorotondo, per il coraggio. La Regione Puglia, per l'entusiasmo davvero incoraggiante. Gli sponsor, per la fraternità e l'intelligenza. I giornalisti, per la cura e la competenza. I miei soci, perché senza Radici Future compatta non ce l'avremmo fatta”.
“Ma soprattutto - sottolinea Palmisano prendendo sottobraccio il vicepresidente Antonio Vito Loprieno, ringraziamo gli studenti, gli insegnanti, i dirigenti scolastici... le Scuole. Perché dalle scuole riparte la società italiana. Nelle scuole si vince sulla società del crimine”.
“Sorprendente e per certi versi anche commovente la testimonianza arrivata dagli studenti e dalla Scuola”, conferma Loprieno, “Ragazzi che hanno letto i libri con spontanea curiosità, motivati e coinvolti da una tematica così delicata e al tempo stesso sconvolgente. Un’enorme gratificazione, per tutti noi, vederli incollati alle sedie con la voglia di fare ancora domande agli autori, nonostante fosse già suonata da un pezzo la campanella di uscita. O ricevere la richiesta da alcuni di loro di poter leggere anche gli altri libri presentati nelle altre scuole, conquistati dal piacere della lettura e dall’impegno sociale”.
Ed anche in chiusura Festival, di domenica, gli studenti del liceo “Tito Livio” di Martina Franca hanno voluto essere presenti, a Locorotondo, per incontrare Gaetano Saffioti, imprenditore italiano e testimone di giustizia, per confrontarsi con lui e dialogare su legalità, resistenza e modelli di vita. Ricevendo in regalo, dagli organizzatori di LegalItria, 20 copie del libro “Demacrazia. Il popolo è il mio partito. Intervista a Luigi De Magistris", il sindaco di Napoli, che impegni istituzionali non ha potuto partecipare alla cerimonia di chiusura del Festival ed alla tavola rotonda sulla "Libertà di stampa".
"La libertà di stampa è tra i capisaldi imprescindibili di ogni sistema democratico", ha scritto nel messaggio fatto pervenire, "Ma laddove la commistione tra malaffare e politica ha confini labili notiamo spesso i garantiti della professione inclini ad una sorte di assuefazione rispetto i sistemi da denunciare e scardinare, mentre i precari della professione spesso sono l’avanguardia non tutelata capaci di denunciare i malanni della propria terra".
"Io vengo da una terra che ha tra i propri martiri un giornalista precario che scriveva di camorra", ha ricordato De Magistris, "Lo faceva da abusivo presso la redazione di appartenenza. Ed oggi a Napoli chi trova notizie è chi soffre ancora un regime di precarietà diffusa in quella perenne gavetta che caratterizza chi oggi vuole fare questo splendido lavoro".
"Legalità tra gli altri significa riconoscere il peso del lavoro - ha ribadito il sindaco di Napoli nel suo messaggio - soprattutto per una generazione sacrificata a buon mercato, quasi come se non si volesse avere più una massa critica capace di pungolare i ceti dirigenti. Libertà di stampa e legalità significa anche giusto compenso per chi scrive e racconta la propria terra, significa libertà di stampa e di narrazione. A voi tutti auguri di buon lavoro".
Le premiazioni nell'Auditorium Comunale di Locorotondo sono state precedute dal dibattito sulla "Libertà di stampa", a cui hanno partecipato Loredana Capone - Assessore Regione Puglia all'Industria Turistica e Culturale, Raffaele Lorusso - Segretario Generale FNSI, Piero Ricci - Presidente Ordine dei Giornalisti di Puglia, Francesco Strippoli - Assostampa Puglia, Massimiliano Scagliarini - La Gazzetta del Mezzogiorno, Daniele Piervincenzi - Redazione di Nemo Rai2.
"Elevare il livello di guardia anche in Valle d'Itria", hanno detto i sindaci di Fasano e Locorotondo, "che come luogo d'interesse turistico, non può andare lontano senza tutela della cultura e dei valori". Auspicando, inoltre, "Che la Valle d'Itria diventi presidio di legalità".
E a loro si è rivolta dapprima Loredana Capone nel suo intervento: "Complimenti ai sindaci che hanno creduto nel progetto e alle Scuole che ne nobilitano l'impegno di comunità cittadina. La mafia è ovunque, ma da noi gli anticorpi si sono formati prima. LegalItria è un festival bellissimo, intrigante, che deve attraversare tutta la Puglia. Complimenti in particolare a Radici Future per averlo pensato così".
"Come si può costruire un patto di civiltà se non si legge?", ha aggiunto l'Assessore, "Come si fa a reagire e a costruire confronti democratici? Serve ripartire dalla cultura. In Puglia dobbiamo farci sentire per la mitezza e fare notizia".
E proseguendo, sul Fondo regionale a sostegno dell'Editoria, Loredana Capone ha sottolineato: "In gergo quel fondo viene definito sulla libertà di stampa. La libertà di stampa e sinonimo di dignità. Per cui il fine primario è generare buona occupazione. Avere le risorse per pagare. Fare contratti".
"Questa legge - ha precisato - sostiene gli editori presenti in Puglia, perché possano pagare i giornalisti che lavorano per loro. Occupazione e libertà devono esserci care nella loro propedeuticità. Chi fa cultura non è un volontario. Non lo fa per passione. Quei diritti devono essere garantiti. Una garanzia trasversale di legalità, che tocca tutti, anche chi opera nel mondo della cultura e della musica e dello spettacolo".
"Il giornalista debole, il precario, sono la vera sfida del giornalismo", ha confermato Piero Ricci, "I giornalisti deboli, anche economicamente, sono ricattabili e la libertà di stampa - in tal caso - ce la sogniamo".
"Tante, oggi, le possibilità di informarci - ha sottolineato Ricci - ma è informazione da surf, cavalvando l'onda. Il dovere del giornalista è cadere dal surf per vedere cosa c'è sotto. Ecco, siamo qui per cercare la verità e abbiamo solo uno strumento: fare una domanda. Ma con i social tocchiamo con mano la difficoltà di mantenere l'autonomia e la verità".
Sui social, su come possano influenzare la discussione e sulle fake news si è soffermato Francesco Strippoli: "Stiamo dentro un clima cupo. Sono tempi dominati dal demone populista e pervasività dei social nella nostra vita. Stiamo dentro un periodo, in cui da un lato la partecipazione politica diretta e partecipata viene auspicata ed esaltata, mentre dall'altro l'intermediazione virtuale è favorita e praticata sui social. E spesso sui social non c'è verifica delle notizie, ma messaggi veicolati per altri scopi".
Anche per questo l'esortazione del Segretario Generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Raffaele Lorusso, diventa più incisiva: "Non impunità per i giornalisti, ma rispetto per il diritto di cronaca".
A seguire la consegna dei premi per il giornalismo d’inchiesta e per il coraggio dell’imprenditoria. Quattro i premi, tre dei quali dedicati a persone che hanno fatto la differenza: a Stefano Fumarulo giovane dirigente regionale, esperto di antimafia sociale e di politiche migratorie, morto prematuramente a 38 anni: "Un “partigiano moderno”, come l’ha definito don Franco Lanzolla; a Giovanni Panunzio, uno dei più noti costruttori foggiani che aveva denunciato il racket delle estorsioni, assassinato a 51 anni appena uscito dal municipio di Foggia, dove si stava discutendo del Piano Regolatore Generale e Il cui memoriale ha portato all’arresto di 14 persone; a Palmina Martinelli la 14 enne di Fasano data alle fiamme per aver rifiutato di prostituirsi, e morta dopo tre settimane di agonia, non prima di riuscire, con un filo di voce a pronunciare i nomi di due ragazzi che l’avevano ridotta in quello stato.
L’ultimo premio, che porta il nome del Festival: Premio Nazionale LegalItria, è stato assegnato alla redazione di NEMO Rai 2, e consegnato a Daniele Piervincenzi, il cronista aggredito da Roberto Spada ad Ostia alla fine dello scorso anno.
Mentre il Premio “Stefano Fumarulo” è andato a Giovanni Longo e Massilimiliano Scagliarini, per la loro inchiesta sulle Ferrovie Sud-Est.
Il Premio “Palmina Martinelli” a Fabiana Pacella, giornalista, ex addetta stampa dell’associazione Antiracket Salento, che ha denunciato il malaffare e perso il lavoro.
Il Premio “Giovanni Panunzio” all’imprenditore Gaetano Saffioti, l'imrenditore calabrese, testimone di giustizia dal 2002.
La soddisfazione per il successo di questa prima edizione si legge sulle facce di tutti, il cui sguardo è già proiettato al 2019 per farsi eco esortativa per ciascuno: "Ora, al lavoro per la prossima edizione!"
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato in precedenza: Festival Legalitria, la lettera di Giovanni Impastato
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