PugliaItalia

Masterplan, no grazie!
Nuovo paradigma per il Sud

Ennio Tangrosso

Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Bari per l'inaugurazione della Fiera del Levante, non è venuto. Vana l'attesa per il suo intervento, in particolare per quanto riguarda le prospettive e le strategie governative relative al Mezzogiorno d'Italia. Affaritaliani.it - Puglia ha aperto il dibattito sul tema, con le prime due puntate delle considerazioni di Ennio Tangrosso, che fanno da trama stimolante alle riflessioni e a i contributi dei lettori. Per l'occasione è stato attivato anche il profilo tweeter: @facciamodasoli - (ag).

ferrovie del sud est 2
 

Ai miei conterranei faccio la preghiera di dismettere gli abiti che gli si sono stati cuciti addosso, basta con le lamentazioni, niente più cahier de doléances, finito il tempo delle peregrinazioni da un assessorato ad un ministero, da un potentato all’altro. Basta! Finito! Chiuso! Stop!

Si sa perfettamente che se una cosa si ripete abbastanza a lungo, la gente finisce per credere che sia vera. I falsi miti sono tanto numerosi quanto pervasivi e le profezie, se si recitano come un mantra, va a finire che si avverano.

Dunque, non date retta agli intellettuali-prefiche, nostri smidollati conterranei, anche loro chiusi nel ruolo di megafono del pianto greco, imploranti pensatori del tardo periodo sviluppista, sempre in ritardo su pensieri, parole e visioni; sempre a rincorrere modelli e mode altrui, campioni nella denigrazione della propria gente, della propria casa ed entusiasti magnificatori di ogni quisquiglia, ogni pinzellacchera, ogni bufala che scenda da venti chilometri più a Nord.

Basta con questi guastatori di professione, vecchie cariatidi sulle quali è stato costruito il leggendario teorema del sottosviluppo e dell’emarginazione, sono loro il male assoluto. Sono loro che per sopravvivere hanno bisogno di tutta l’antropologia dell’arretratezza, come l’antimafia ha bisogno della mafia per dire la sua. Sono loro che si stanno già preparando ad attizzare il dibattito del “Masterplan”, sono quelli pronti ad iniettare nell’opinione pubblica meridionale quel sentimento di eterna inadeguatezza, di rivendicazione piagnona, che svilisce le discussioni riducendo il tutto ad un elenco di opere, di finanziamenti, di progettazioni inutili se non dannose.

made in sud
 

Sono loro che tutto promuovono tranne quello che serve.

Sono loro che inibiscono ogni tentativo di iniziativa autonoma, che sviliscono il fiorire delle azioni locali, che intimidiscono ogni velleità di fare da soli, che mortificano ogni meridiana progettualità. Sono loro che, come sta succedendo in questi giorni, dopo l’annuncio del “masterplan”, si stanno già accanendo con intensi e convulsi madrigali a chi deve per prima chiedere, questuare, pietire, pretendere, mettendo in concorrenza i diversi territori, la Capitanata contro l’Irpinia, il Pollino contro il Cilento, il Metapontino contro il Salento e così via in una sorta di “palio dell’arraffo”.

Tutti a sgomitate per sporgersi più avanti per reclamare quattro stanziamenti che come tutti sanno, a priori, finiranno, se concessi, sempre nelle stesse mani.

Una canea di pseudo intellettuali del “menga”, chiedo scusa per il lombardismo, dico meglio, della "minchia" (è di uso universale), gente che dovrebbe al più presto togliersi dai beneamati “cabasisi” (vedi A. Camilleri).

Un’accozzaglia di “fumosi benpensanti” che resta, purtroppo, ancora in campo a rimescolare, a fare confusione, a voltare tutto in “ammuina”. Personaggi che navigano a vista e straparlano a vanvera, sempre a limite tra politica e para economia, tra vetero meridionalismo e para modernità.

sole24ore ape
 

Gente triste più di un attacco di “saudagi”, più nefasta di una nera depressione, più insidiosa di un Alzheimer galoppante, insomma qualcosa che ti debilita e ti distrugge dal di dentro. E’ a questi “Prisi”[1] che và detto in lombardo stretto (che viene meglio): “andè a lavurà, barbùn”, per una volta mi associo a Salvini.

Gente che andrebbe evitata come la peste che, pur rappresentando solo una piccola parte dei meridionali, riesce ad influenzare l’immaginario collettivo non solo locale, ma dell’intera nazione. Capite perché bisogna provvedere ad identificare ed isolare tali personaggi, perché pur essendo in pochi, complice la moltitudine silente[2], diventano la voce di tutti, senza che nessuno li abbia autorizzati o delegati ad un pur minimo compito.

Sono loro che valutano ogni cosa con il metro dei criteri “altrui”, sono loro che riportano e commentano le classifiche delle Province più vivibili e mettono in evidenza le posizioni infime o che mitizzano le maglie nere di un elenco stilato con variabili che hanno valore solo per i sacerdoti dell’economia di mercato.

La nostra classifica sulla qualità della vita vede tutt’altri risultati che quelli pubblicati annualmente da un noto quotidiano economico che fa capo alla Confindustria.

BARI7
 

Infatti, per il 2015 secondo i nostri criteri la Provincia di Agrigento risulta quella più gradevole, seguita da Bari, Trapani, Caltanissetta, Enna, etc. mentre la prima Provincia del nord in questa speciale classifica si piazza solo al 256 posto.

Certo, volete sapere i criteri utilizzati per stilarla? Eccone alcuni, prima variabile la longevità, secondo il numero di anziani che vivono in famiglia, terzo il numero di ore chi i bambini trascorrono con le loro mamme, nonni, parenti in generale, poi il numero di ore pro capite trascorse seduti in strada, d’avanti all’uscio di casa, a prendere il fresco e a ciarlare con vicini e passanti, la quantità pro capite consumata in un anno di pasta con le sarde, le insalate di pesce crudo, i dessert di mele cotogne cotte e condite con vincotto di fichi, quanti peperoni imbuttunati e cotti al forno a legna, quanti fichi si è mangiati cogliendoli direttamente dall’albero? etc. L’elenco dei criteri è lungo e assai vario e l’intera descrizione risulterebbe abbastanza mortificante per chi non vive tali possibilità, pertanto mi fermo qui, avvisando che tutti i criteri usati per stilare la classifica sono disponibili a richiesta di chiunque ne sia interessato.

Provate a buttare via i vecchi clichè, ai quali ci hanno educato: i piemontesi sono persone riservate mentre i siciliani solo degli omertosi, i calabresi sono tamarri, ma Bossi fa tendenza se va in giro in canotta, se un barese parla in italiano tutti ilari perché fa tanto Lino Banfi, se parla un bergamasco tutti seri a cercare di interpretarlo, anche se non si capisce una gotta. Liberiamoci di tanti sdruciti stereotipi, che non rispondono a nessuna contemporanea realtà.

E lei signorina Carunchio,[3] che da quando vive a Padova si veste da donna in carriera e la sera spaventa gli uomini con la sua aggressività da coguar spregiudicata, torni ad essere quella sognante Musa con lo sguardo di liquirizia, che faceva girare la testa a tutti “i Saracini”[4] del quartiere. Non vede che mortifica il suo carattere, la sua intelligenza a scimmiottare comportamenti lontani dalla sua indole.

Renzi FdL2014
 

La laurea a pieni voti con menzione e bacio accademico conseguita alla Bocconi, non creda che possa essere valorizzata solo tra villette e capannoni anonimi, provi ad investirla a Caltanissetta, dove è nata, scoprirà che i suoi neuroni funzionano alla stessa maniera a tutte le latitudini, e poi mi creda: “dove c’è gusto non c’è perdenza”.

Orbene, Presidente Renzi, invece di preparare il Masteplan forse sarebbe il caso di pensare ad un nuovo paradigma (per dirla in renzese) ovvero ad un nuovo modello (per farla semplice), un modello autoctono, fatto in casa adatto alle persone, ai luoghi, al clima, alla cultura, alla tradizione, ci sarà un motivo perché noi non produciamo broccoli da mettere in barile (crauti) e da consumare con salsicciotti in serie (Wurstel)? Ci sarà una ragione se coltiviamo olivi e produciamo ortaggi tra i più buoni del mondo? Qualcuno sarà in grado di spiegarci cosa ha di particolare la semola di grano duro prodotta nel Tavoliere da ottenere paste tanto buone e tanto "veraci"?

Insomma un modello che calzi alla perfezione a persone, mentalità, gusti, risorse, fantasia e passione locale, capace di generare ricchezza in ogni senso, non solo finanziaria ed economica ma “generale” come il piacere di stare in questo angolo di mondo senza la sensazione di sentirci inutili, imbelli, ritardati o fuori luogo.

sassi matera
 

Cristo, ormai sono 50 anni che è andato via da Eboli, ora pare bazzichi negli affastellati viali delle aree metropolitane di tutti i profondi Nord del mondo. Dicono si stia impegnando per lenire i tormenti di milioni di nevrotici ossessivi appartenenti alla migliore middle class occidentale. Schiavi del lavoro e dell’accumulo, oppressi dello stress da competizione e mediamente affetti da depressione, ipocondria, agitazione psico-motoria, perforanti professionisti di “ogni sesso” spendono una consistente parte di quello che guadagnano per trattamenti psicoterapici, psicofarmaci, palestre, centri estetici, cliniche di chirurgia plastica, etc. Sono loro quelli che hanno bisogno di aiuto, sono i veri poveri del nostro tempo, quelli per i quali bisognerebbe implementare programmi di supporto e un efficace Masterplan per l’appunto.

Amici, fratelli in meridione, senza nessuna velleità “controleghistica”, non vi fate “infinocchiare”, non abboccate ad un nuovo presunto regalo, rifiutate categoricamente ogni aiuto e ogni “masterplan”. Questa volta non siamo noi a dover necessitare di “cure”, ma quelli che millantano di stare bene, quelli che vorrebbero continuare a dimenarsi nel loro brodo utilizzando il nostro presunto malessere.

Questa volta niente alibi, loro belli e tranquilli a fare quello che sanno fare bene: i soldi, noi convinti e ostinati nel fare quello che sappiamo fare meglio: vivere.

francigena 5
 

Questa volta! almeno per questa volta, provate a misurare la vita con il metro delle cose che valgono per noi, senza dover subire la valutazione degli altri, cercate di comprendere che è la scala di misura usata che detta il valore, che definisce chi sta sopra e chi sta sotto, chi sta meglio o chi sta peggio. Questa volta, credetemi, siamo in vantaggio sono gli altri che dovrebbero imparare da noi come fare per vivere meglio, sono gli altri che devono adattare i loro modelli a criteri e a concetti che hanno prima dimenticato e poi rifiutato.

Anche la Chiesa Cattolica ha cambiato registro, Papa Francesco, Mons. Galantino, Mons. Scola per citare i più noti, sono gli alfieri di una avanguardia assai numerosa che un po’ alla vota andrà affermando modelli di vita sempre più vicini ai nostri “standard attuali” (per farmi comprendere dai renziani). Criteri di vita che in molti dei Sud del mondo sono già in nuce, ma che noi ancora non riusciamo ad identificare.

A dimostrazione che non portiamo rancore verso nessuno abbiamo messo assieme un gruppo di volenterosi, i quali, si sono assunti l’impegno di stilare, in tempi brevi ed in maniera gratuita, nel giro di un anno al massimo, un Masteplan, prima per il Nord Italia, poi per tutti i Nord del mondo. Abbiate fiducia stiamo arrivando e senza falsi doni, faremo tutto con il cuore, per amore e solo per amore, quello che sappiamo nutrite anche voi nei nostri confronti, ma che fino ad ora non siete riusciti ad incanalare bene. 

Nel darvi appuntamento alla seconda parte di questo sproloquio, mi piace salutarvi con un verso di Eduardo De Filippo che recita così:  “Io vulesse truvà pace; ma na’ pace senza morte. Una, mmiezz’a tanta porte, s’arapresse pe’ campà! S’arapresse na matina, na matina e primavera, e arrevasse fin’a sera senza dì: ‘nzerrate lla’ “”[5]

(3 - continua)

(ennio.tangrosso@virgilio.it)


[1] Termine dialettale conosciuto in molte parti dell’intero meridione e che sta per vaso, cantaro nel senso antico del termine, messo senza nessuna necessità al centro di una stanza o di una piazza, oggi si definirebbe un oggetto inopportuno e che funge da intralcio, da ostacolo.

[2] Gli ignavi 
"E io ch'avea d'error la testa cinta, dissi: 'Maestro, che è quel ch'i' odo? e che gent'è che par nel duol sì vinta?'. Ed elli a me: 'Questo misero modo tegnon l'anime triste di coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.' Dante Alighieri, Canto III Inferno

[3] L’esortazione è rivolta alla ipotetica figlia del mitico marinaio, interpretato da Giancarlo Giannini nel film cult di Lina Wertmuller: “Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto”.

[4] Citazione dalla nota canzone di Renato Carosone “O’ Sarracin”

[5] Il verso è tratto da: “Io vulesse truvà pace”, una poesia dove il grande Eduardo spiega con straordinaria efficacia la ricerca di una pace interiore, che è anche condizione indispensabile se non per vivere almeno per campare, cosa che i meridionali di qualche generazione fa avevano come valore acquisito ed evidente. Oggi nessuno più aspira a campare, vogliono tutti vivere in eccesso.

----------------------------

Puntate precedenti: Renzi, il Masterplan per il Sud. La paura corre sul filo

                             Il Sud implora Matteo Renzi "Presidente, faccia fare a noi!"