Le Faggete vetuste e le Mura veneziane entrano a far parte dei beni protetti dall’Unesco. In tutto sono 53 i siti nel nostro Paese, che si trova così in testa alla classifica mondiale del Patrimonio dell'Umanità.
Quelle riconosciute sono un insieme di dieci antiche faggete italiane per una superficie complessiva di 2127 ettari nel contesto del sito ambientale transazionale delle Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa.
"Ha avuto il suo peso nella decisione - sottolinea l'Assessore al Turismo e alla Cultura della Regione Puglia Loredana Capone - l’integrità ecologica e strutturale delle faggete della Foresta Umbra, esempio rarissimo e unico in Europa per il loro aspetto maestoso e l’elevata biodiversità. Il faggio raggiunge qui 350 anni di età ed un’altezza di 45 metri".
“Abbiamo sempre creduto fortemente nel valore naturalistico della Foresta Umbra - aggiunge con soddisfazione Loredana Capone - perché rappresenta uno dei simboli del Parco Nazionale del Gargano, al quale l’intera comunità è profondamente legata. Essere diventata un sito Unesco favorirà ulteriormente l’attrattività del Gargano, che resta una punta di diamante del turismo in Puglia”.
Sono riconosciute Patrimonio Mondiale dell'Umanità anche le "Opere di difesa veneziane tra il XVI ed il XVII secolo: Stato di Terra - Stato di mare occidentale", un sito seriale transnazionale presentato nel 2016 dall'Italia insieme con Croazia e Montenegro all'Unesco.
E' il sito che raccoglie un insieme dei più rappresentativi sistemi difensivi alla moderna realizzati dalla Repubblica di Venezia, progettati dopo la scoperta della polvere da sparo e dislocati lungo lo Stato di Terra e lo Stato di Mare. Per decisione del Comitato del Patrimonio Mondiale, entrano a far parte del sito Unesco le opere di difesa presenti a Bergamo, Palmanova, Peschiera del Garda per l'Italia, Zara e Sebenico per la Croazia, Cattaro per il Montenegro.
“Questo importante risultato - dichiara il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini - conferma il forte e pluriennale impegno dell'Italia nell'attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale Unesco. Un'opera preziosa che consente al nostro Paese di mantenere il primato del numero di siti iscritti alla Lista e di esercitare un notevole ruolo nella diplomazia culturale nel contesto internazionale”.
I
l presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, sostiene che si tratta di “un risultato storico straordinario”: “Sono felicissima, il riconoscimento di Palmanova a patrimonio dell'umanità è un risultato storico straordinario che riempie di orgoglio il Friuli Venezia Giulia e l'Italia intera”.
“È un risultato tanto più eccezionale - spiega Serracchiani - in quanto frutto di una candidatura transnazionale, che unisce l'Italia alla Croazia e al Montenegro, facendo del Friuli Venezia Giulia l'anello di congiunzione di un itinerario tra terra e mare che assegna all'Adriatico un valore unificatore”.
“A Cracovia - afferma il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni - c'è stata la proclamazione delle Mura veneziane di Bergamo come undicesimo sito Unesco della Lombardia. Ottima notizia".
“Il riconoscimento - aggiunge Maroni - è motivo di grande orgoglio, perché rende ulteriore merito allo straordinario patrimonio culturale della Lombardia, che da oggi vanta un nuovo sito Patrimonio mondiale dell'umanità, in cui sono coinvolte anche altre Regioni. Con le Mura veneziane di Bergamo salgono dunque a undici i siti Unesco della nostra regione, dieci 'materiali' piu' il sito 'immateriale' del 'saper fare il liutario' riconosciuto alla citta' di Cremona”.
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, evidenzia come “la forza, le gesta, la sapienza, la bellezza della Serenissima non hanno tempo: è una storia che non conosce la parola fine, il fascino di un'eredità incommensurabile i cui segni sono presenti entro e fuori i confini del Veneto, entro e fuori i confini dell'Italia. Con questo riconoscimento si afferma che oltre a Venezia sono patrimonio dell'umanità anche le emozionanti vestigia, di cui ha disseminato lo Stato da Mar e lo Stato da Tera e non di meno quella ricchezza immateriale prodotta nei secoli dalla Repubblica Veneta, fatta di democrazia, buongoverno, attenta gestione dei suoi territori”.
(gelormini@affaritaliani.it)
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