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Roma, la Capitale, sprofonda come qualità della vita in Italia.

E puntuale, aldilà della magistratura, è arrivato il verdetto di quanto l’Amministrazione Capitolina ha fatto o perlomeno è percepito per Roma.

E questo volta il fatto costituisce, non certo reato, ma sicuramente colpa.

 

Nell’annuale interessante indagine fatta da Italia Oggi in collaborazione con l’Università ‘La Sapienza’ è stata stilata la lista delle città italiane dove si vive meglio o peggio e Roma è sprofondata al 85 esimo posto in un ranking di 110. Un volo al ribasso di ben 18 posizioni.

In una classifica che vede ai primi quattro posti città del nord come Bolzano ,Trento, Belluno e Vicenza e nel fondo molte città del Sud.

Roma sprofonda nella qualità della vita. In coda tra le città italiane

L’indagine prende sempre in considerazione una serie di parametri, dalla qualità dell’aria, alla sicurezza, ai trasporti, a tutto quello che, insomma, garantisce la qualità della vita e un senso di orgoglio e di piacere di chi ci vive.

Ovvio che il miglioramento o peggioramento nel ranking non è frutto del caso ma delle tante piccole grandi cose che chi ha in mano la città ha fatto per la stessa.

 

 

Quando l’anno scorso Roma, nella stessa indagine, aveva fatto un balzo all’insù nel

sondaggio di 21 posizioni la sindaca Virginia Raggi non aveva perso l’occasione di, più o meno ‘ finalmente abbiamo cambiato un’inversione di rotta rispetto al passato’. Un sogno durato purtroppo solo 12 mesi perché purtroppo lo stato in cui ‘macerata città è di fronte agli occhi di tutti, non solo romani.

 

E, a questi risultati, non è stato dato alcun commento.

Roma sprofonda nella qualità della vita. Tutte del sud le città in coda

Roma è sprofondata nella classifica. Si è avvicinata pericolosamente alla coda della classifica dove posizionano città dove, purtroppo, è veramente difficile vivere. Un davvero brutto posizionamento di cui la parte finale è veramente ad appannaggio di città messe proprio male come Napoli e Vibo Valentia.

 

Siamo stati abbastanza lungimiranti quando sostenevamo che la sindaca avrebbe dovuto essere assolta dai giudici per tre motivi: primo perché l’oggetto del contendere giudiziario era francamente ben poca cosa, secondo perchè bisognava evitare di farla diventare una martire caduta sotto i colpi dei giudici e del codice etico del M5S, terzo perché il suo operato sarebbe stata giudicato molto presto dai suoi concittadini.

 

Attraverso l’indagine il popolo ha emesso il suo verdetto : ha giudicato il suo sindaco onesto ma forse non così esperto per guidare una delle più complesse città italiane, se non la più complessa.

 

Non è stato un giudizio di pancia, ma un verdetto soppesato e molto molto più pesante di una condanna giudiziaria.

E di questo Virginia Raggi dovrebbe prenderne atto. Non saranno certo tutte sue le colpe del degrado ma su di lei cadono le responsabilità dell’ineffienza della macchina pubblica che sembra ( o almeno è giudicata tale dai romani) non in grado di salvare la città da un tracollo inarrestabile.

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