Roma

I giudici spazzano via Marino. Bocciate le trascrizioni delle nozze gay. La sentenza del Consiglio di Stato

"L'unione omosessuale è priva dell’indefettibile condizione della diversità di sesso fra i nubend». Oggi il presupposto delle nozze è ancora la differenza di sesso. Il primo tassativo compito del funzionario che celebra le nozze è la verifica che le persone di fronte a lui possiedano questo requisito. Perciò il corretto esercizio della potestà impedisce all’ufficiale dello Stato civile la trascrizione di matrimoni omosessuali celebrati all’estero".

Con queste righe i giudici del Consiglio di Stato hanno spazzato via le nozze gay celebrate dal sindaco di Roma Ignazio Marino in Campidoglio il 20 ottobre del 2014, e come lui quelle celebrate dai primi cittadini di altre città italiane che avevano sfidato la normativa vigente.  Respinta anche l’obiezione di chi aveva parlato di una violazione delle libertà di circolazione e di soggiorno. Per i giudici togati non c’è "alcuna previsione degli stati europei in merito". Il Consiglio di Stato spazza via anche altri argomenti utilizzati dalle coppie che avevano presentato il ricorso contro la decisione di annullare le trascrizioni di Marino

Le coppie che avevano fatto ricorso contro l’annullamento delle trascrizioni voluto dall'allora Prefetto Giuseppe Pecoraro, avevano infatti obiettato che il rispetto dei diritti e delle libertà sanciti in atti europei o trattati internazionali fossero vincolanti per le autorità italiane. Anche qui la risposta è negativa: "Non appare in definitiva configurabile allo stato del diritto convenzionale europeo e sovranazionale un diritto fondamentale al matrimonio omosessuale".

Il sindaco Ignazio Marino aveva negato il potere di annullamento del prefetto, riconoscendo tale potere solo al giudice ordinario, ma anche in questo caso il Consiglio di Stato ripaga il prefetto spiegando che tra le sue prerogative c’è anche quella "generale di autotutela sugli atti adottati contra legem dall’organo subordinato". 

LE REAZIONI. "Dopo un anno di polemiche #ConsigliodiStato mi dà ragione: sindaci non possono trascrivere #nozzegay e spetta ai Prefetti vigilare. Bene!". Così su Twitter il ministro dell’Interno Angelino Alfano.
"Oggi il sindaco di Roma ha un motivo in piu' per dimettersi: la clamorosa bocciatura del Consiglio di Stato sulla trascrizione delle nozze gay in Italia" commenta Paola Binetti, deputato di Area popolare (Ncd- Udc).
"Non solo. Questa sentenza spazza via, con un colpo solo, la retorica e l'ipocrisia ad uso di telecamera del sindaco Marino, che ha agito contro la legge e che da oggi ha un motivo in più per lasciare definitivamente la poltrona, mettendo fine a questo assurdo teatrino sulla pelle dei romani". Così Gianni Sammarco, deputato e coordinatore di Roma del Ncd.