Roma
"Marino donatore", è una bufera. Vietato per chi è stato in Usa
Montatura ad uso e consumo dei media o grave disattenzione? Sulla donazione del sangue del sindaco Marino, fotografato e ripreso su un lettino dell'ospedale Sant'Andrea con un ago nel braccio e il sorriso stampato, esplode la polemica.
Già, perché secondo il Giornale d'Italia diretto da Francesco Storace, quella donazione Marino non la poteva fare perché vietata dalla normativa che prevede l'esclusione per 28 giorni in caso di viaggi all'estero in Paesi come il Canada e gli Stati Uniti. Pesantissimo il commento di Storace che affida a un articolo del titolo "Sangue falso" quella che viene definita una "comparsata per una donazione ingannatrice". E a documentazione dell'accusa cita il sito dell'Avis dove compare appunto una circolare che spiega i motivi del "divieto". E se non basta l'Avis anche il Centro Nazionale Sangue espone identica normativa, trasmessa al ministero della Salute. Conti alla mano, se il sindaco è tornato a Roma il 3 settembre dopo il tour Stati Uniti-Caraibi, sino ai primi giorni di ottobre non avrebbe potuto donare il sangue. "Una sceneggiata - si legge - servita solo ai gonzi, alle televisioni e ai fotografi... con un messaggio devastante sul piano comportamentale".
E interpellato da affaritaliani.it il presidente dell'Avis Lazio, Fulvio Vicerè conferma l'esistenza della circolare e del conseguente divieto: "O è inabile lui o il medico che l'ha intervistato prima del prelievo", commenta sarcastico ma poi aggiunge: "Forse ha voluto dare l'esempio come primo cittadini per risvegliare i romani, visto che proprio a Roma c'è una grande carenza di sangue".
Se non basta l'Avis a mettere in difficoltà il sindaco chirurgo, la tabella del Centro nazionale Sangue parla chiaro: "Sospensione delle donazioni per chi ha soggiornato i Romania, Israele, Austria. Serbia, Ungheria, Portogallo, Stati Uniti e Canada". Il provvedimento è stato deciso per combattere la diffusione del virus West Nile, provocato dalle zanzare e ancora senza un vaccino idoneo. Chi ha sbagliato allora? Il sindaco medico o il collega del Sant'Andrea?