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Roma
Ostia, l'allegra Fondazione riciclava denaro nello stabilimento ex Fasciani

L'ultima invenzione per gestire uno stabilimento: affidarlo a una Fondazione. Per la Guardia di Finanza è “frode fiscale, riciclaggio e autoricilaggio”, così sono scattate 9 ordinanze di custodia cautelare con 5 persone ai domiciliari e 4 con obbligo di firma.

Lo stabilimento in questione il Village, già sequestrato al clan Fasciani e dato in gestione alla fondazione Senior Italia Foundation Onlus che dal 2019 al 2022 lo ha gestito con uno sconto del 90% del canone demaniale. A far scattare le indagini della Guardia di Finanza (Vi Nucleo Operativo Lido di Ostia) una denuncia nei confronti di alcuni membri della Fondazione.

L'intestazione alla onlus per la Finanza era un'escamotage

Secondo la GdF, “Gli accertamenti svolti hanno permesso di appurare che gli indagati avevano pensato bene di intestare a una fondazione la struttura, escamotage che aveva permesso poi di sub-affittare il ristorante e il bar interno ad altre società, beneficiando della riduzione del canone di concessione demaniale. Inoltre, è emerso che, attraverso la costituzione di altre fondazioni, associazioni senza scopo di lucro e società, gli indagati ricevevano cospicui introiti a fronte di sponsorizzazioni e donazioni da gruppi multinazionali del settore farmaceutico, che venivano poi riversati ad altre entità ai medesimi riconducibili, servendosi di fatture per operazioni inesistenti relative a consulenze e a progetti fittizi”.

Il denaro trasferito su carte prepagate

Seguendo i flussi di denaro le Fiamme Gialle avrebbero appurato che “il provento di tali transazioni veniva poi riciclato attraverso artificiose movimentazioni bancarie che sfociavano nella ricarica di carte prepagate”.

Gli elementi raccolti hanno permesso alla locale Procura della Repubblica di richiedere al competente G.I.P. l’emissione del provvedimento cautelare nei confronti di 9 dei 34 indagati, a Roma, Augusta (SR), Fiumicino (RM), Giugliano in Campania (NA), Milano, Pozzuoli (NA), Velletri (RM) e a Villafranca (VR).

La GdF precisa che “Il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, è vale la presunzione di non colpevolezza degli indagati”.







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